IACHINI E IL 3-4-3: OBIETTIVO UDINESE CON UNO SGUARDO AL PASSATO
Integralista o meno del 3-5-2, anche Beppe Iachini si è reso conto in questi primi giorni di allenamento che José Marìa Callejon è tutto fuorché un esatto doppione di Federico Chiesa. Quello che il tecnico viola si è trovato davanti in questi giorni di lavoro a ranghi ridotti è sì uno degli esterni più forti della Serie A ancora in circolazione ma non l’alter ego del calciatore da poco passato alla Juventus, che con la sua esplosività riusciva a coprire senza problemi tutta la fascia destra. Motivo per il quale, dopo qualche prova tattica abbozzata nella giornata di ieri (nel primo giorno di lavoro in gruppo dello spagnolo) da martedì in poi con il graduale rientro dei Nazionali, Iachini studierà altre soluzioni tattiche che prevedano l’utilizzo dello spagnolo in posizione più avanzata (e dunque un inevitabile ritorno al tridente) e una rivisitazione del centrocampo che permetta ad Amrabat di avere meno compiti d’impostazione.
La sensazione è che il 3-4-3 di cui tanto si sta parlando sarà una soluzione plausibile ma non già dalla partita di domenica a Cesena con lo Spezia: il gruppo viola sarà al completo solo giovedì (quando per la prima volta a Firenze si vedrà anche Martinez Quarta) e varare un modulo del tutto nuovo in questa stagione nei 90’ più delicati di ottobre potrebbe non essere la scelta più saggia. Ecco perché, in attesa di poter godere di una settimana di lavoro “tipo”, Iachini contro i liguri sembra intenzionato a ripartire dalle certezze, ovvero il 3-5-2 dove dovrebbe vedersi di nuovo dal 1’ Lirola, scomparso in panchina in questo inizio di campionato a favore di Chiesa. Per gli esperimenti, poi, ci sarà tutto il tempo. E il match casalingo con l’Udinese di pochi giorni dopo potrebbe essere l’appuntamento più utile per passare dalla teoria alla pratica con il nuovo schieramento.
Nuovo, in realtà, per modo di dire. Perché scorrendo l’ultimo decennio di carriera di Beppe Iachini si scopre che il 3-4-3 tanto invocato dalla piazza in questo periodo (che ha dei pro ma anche dei contro, come ad esempio l’incognita sulla posizione e il rendimento di Castrovilli, che in questi anni si è consacrato da mezzala) è stato utilizzato più volte nel corso delle sue esperienze lungo tutto lo stivale. Da Palermo a Firenze, passando per Brescia e Siena, l’allenatore viola ha fatto più volte ricorso al tridente e alla mediana a due, con due tornanti sulle corsie esterne. Per i più distratti giova ricordare anche i buoni risultati ottenuti lo scorso anno proprio alla Fiorentina con questo tipo di schieramento: il 3-4-3 è stato infatti utilizzato nei match contro Cagliari, Verona e Bologna, sfide che hanno portato in dote 5 punti (due pari e una vittoria), 1 gol subito e 5 reti fatte. Un punto di (ri)partenza non male.