DAVIDE, DUE ANNI DOPO
Due anni fa esatti Firenze e il calcio italiano perdevano uno dei figli più cari. Davide Astori, in quella maledetta camera numero 118 al primo piano dell'Hotel Là di Moret di Udine, se ne andava nella notte, da solo, lasciando milioni di persone senza una risposta e con tanti punti di domanda. Perché proprio il calciatore modello, il professionista esemplare, il padre di famiglia che tutti vorrebbero avere? Quesiti che ancora oggi funestano la mente di babbo Renato e mamma Anna e dei fratelli Marco e Bruno che oggi come tutti i giorni andranno a rendere omaggio alla tomba di Davide nel cimitero di San Pellegrino Terme, nel cuore della Val Brembana, area in queste settimane funestata dall'esplosione del Coronavirus che però nelle prossime 24 ore diventerà meta spontanea di viaggio per quanti vorranno rendere omaggio a uno dei simboli del calcio italiano. Al Capitano, per sempre, di tutta Firenze.
Anche la Fiorentina, nel suo piccolo, proverà a ricordare la figura di Astori. L'appuntamento nella palestra del centro sportivo a lui dedicato è fissato per dopo pranzo, quando la prima squadra - assieme a staff tecnico, medico e dirigenza - si riunirà attorno a Don Massimiliano Gabbricci per qualche minuto di raccoglimento dove verrà celebrata la figura di DA13, uomo e simbolo che ancora oggi con fierezza capitan Pezzella porta sul suo braccio tutte le volte che scende in campo. Sarà una cerimonia privata, lontana da occhi indiscreti, dove tra un mix di letture della Bibbia e passi di prosa comune verrà rievocata la vita del difensore, scomparso ad appena 31 anni ma che ha lasciato dietro di sé un affetto e un esempio che non saranno mai cancellati. Anche i social e il sito ufficiale del club ricorderanno Davide con una grafica speciale e una serie di video struggenti.
«Continuate a ricordarlo e non stancatevi di raccontarlo. Rivederlo sorridere in una foto, osservarlo correre nelle immagini, sentirlo nei vostri aneddoti non ci fa soffrire: per noi è come riabbracciarlo ogni volta». Così parlarono un anno fa i genitori di Astori, che ancora oggi - assieme alla compagna Francesca e alla piccola figlia Vittoria - sono in attesa di capire per quale oscuro motivo loro figlio se ne sia andato così presto. Sorriso e spensieratezza: forse è davvero questo il messaggio più genuino che Davide ha lasciato a tutto il calcio. La gioia di vivere, assieme all'esempio di dedizione al lavoro, al rispetto delle regole e alla figura sempre positiva soprattutto fuori dal campo. Dimenticare Davide Astori, in fondo, è come scegliere di rinnegare tutto ciò che di buono si è fatto nella vita. Ecco perché DA13 non potrà mai essere scordato. Soprattutto oggi, a due anni esatti di distanza da una delle giornate più tristi di sempre per tutta Firenze e non solo.