C'era una Volta in Viola, la storia di Miguel Angel Montuori: il primo vero numero 10 della Fiorentina

Nel calcio i numeri non sono tutti uguali, non hanno tutti la stessa aura, lo stesso valore. Oggi le maglie sono personalizzate, con i nomi sulla schiena e la possibilità di scegliersi le proprie cifre. Fino a qualche decennio fa però i numeri per i titolari andavano dall'1 all'11 e indicavano il ruolo e le caratteristiche dei singoli calciatori. La maglia del talento, della magia e delle emozioni era la numero 10. Una casacca che a Firenze è stata indossata da Rui Costa, Baggio e Antognoni. Ecco L'unico 10 però non è stato il primo a rendere storia il 10 bianco su sfondo viola. Il primo è stato un oriundo, nato in Argentina da padre di origini italiane e madre india con discendenze africane, sbarcato nella città dei Medici nell'estate del 1955. Si chiamava Miguel Angel Montuori ed è il protagonista dell'episodio di questa settimana della rubrica C'era una Volta in Viola.
Nato a Rosario nel 1930, Montuori, poco più che ventenne, emigra nel vicino Cile per provare a sfondare nel calcio. Con la maglia dell'Universidad Catolica, un club della capitale Santiago, vince il campionato cileno nel 1954 e viene notato da un prete italiano con un passato da calciatore, Padre Volpi. Il sacerdote lo segnala alla Fiorentina e così nell'estate del 1955, mentre in Argentina un colpo di stato depone Peron e a Los Angeles viene aperto il primo Disneyland, Montuori inizia a far innamorare il pubblico di Firenze. In viola il numero 10 naturalizzato italiano sarà subito protagonista con 13 gol (solo Virgili farà meglio con 20) in 32 gare di campionato e trascinerà la formazione di Bernardini alla vittoria del suo primo storico scudetto. Se per la Fiorentina il 1956 è l'anno del trionfo in Serie A, il 1957 è invece quello della consacrazione a livello internazionale. I viola raggiungono, prima volta per una formazione italiana, la finale di Coppa dei Campioni e affrontano al Bernabeu il Real Madrid di Di Stefano e Gento. Era il 30 maggio del 1957 e proprio i due fuoriclasse Blancos firmarono il successo per 2-0 delle Merengues.
La sfortuna però è dietro l'angolo e colpisce duramente il numero 10 viola nel 1961. Reduce da un infortunio, Montuori viene mandato in campo da Hidegkuti nel campionato "De Martino" contro le riserve del Perugia a metà settimana per riprendere la migliore condizione fisica. Una pallonata tra tempia e orecchio destro gli fa perdere i sensi. Viene portato al pronto soccorso per precauzione a causa della vista offuscata ma la diagnosi è tremenda: Diplopia, carriera finita a soli 28 anni. Complicazioni post operazione all'occhio, un aneurisma, un'ulcera e un'ernia al disco. I tanti interventi costosi a cui è costretto Montuori lo portano a tornare in Cile con la moglie ma la nostalgia di Firenze è troppo grande. Il desiderio di tornare in Toscana si esaudisce nel 1988 grazie ad una raccolta fondi organizzata dai tifosi gigliati, ai suoi ex compagni di squadra che gli regalano una casa arredata all'Isolotto e al Comune di Firenze che gli trova un impiego in biblioteca. Un bellissimo gesto quello di una città che non ha mai dimenticato il suo numero 10, le sue magie in campo e la donazione dei suoi trofei per raccogliere fondi dopo l'alluvione del 1966. Una storia d'amore bellissima quella tra Montuori e Firenze che è terminata il 4 giugno del 1998, con la scomparsa del primo vero numero 10 della storia gigliata.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
