C'era una Volta in Viola, la storia di Daniel Passarella: El Gran Capitan dell'Albiceleste

Quando parliamo dell'Argentina della fine degli anni 70' pensiamo a due cose: al mondiale del 1978 e alla dittatura militare. Quest'ultima avrà inizio nel 1976, due anni dopo la morte di Juan Domingo Peron, con il colpo di stato guidato da tre esponenti delle forze armate. Il simbolo di questa dittatura, chiamata Junta, era il generale Jorge Rafael Videla e curiosamente ad alzare al cielo di Buenos Aires la prima coppa del mondo della storia dell'Albiceleste sarà un altro generale, questa volta però del terreno di gioco. Si tratta del Caudillo, questo il suo soprannome per il modo di guidare la difesa, Daniel Alberto Passarella. Proprio lui, El Gran Capitan dell'Argentina campione del mondo nel 1978, è il protagonista dell'episodio di questa settimana della rubrica C'era una Volta in Viola.
Nato a Chacabuco, una città sperduta nella pampa argentina a 200 km da Buenos Aires, il 25 maggio del 1953, Passarella tira i primi i calci al pallone nella polvere dei campi di periferia. Garoso e ostinato, fin da piccolo mostra la sua leadership e la sua caparbietà. Addirittura il suo potente ed educato mancino, conosciuto e apprezzato anche a Firenze, inizialmente non era il suo piede preferito. Passarella infatti è un destro naturale ma a causa di un brutto incidente in auto che gli costa la frattura della gamba impara a calciare con il sinistro e non smetterà più di usarlo. Dopo essere esploso nel Sarmiento come terzino, Passarella passa al River Plate diventando, da libero, il leader di una difesa che vincerà 7 campionati argentini in 8 anni.
Unico calciatore del suo paese, ma anche di tutti gli altri stati del mondo esclusi Italia e Brasile, ad aver vinto due volte il mondiale (nel 1978 da capitano e nel 1986 senza giocare neanche un minuto), El Caudillo nel 1982 decide di compiere il grande salto e di giocare in Europa. Ad acquistarlo per 600 milioni di Lire è la Fiorentina dei conti Pontello. Nonostante un avvio difficile a causa soprattutto dell'elevato tatticismo del nostro calcio, Passarella rimane a Firenze per 4 stagioni. Sulle rive dell'Arno il sudamericano di origini italiane mostra tutto il suo repertorio anche in fase offensiva, segnando di testa, dal dischetto e su calcio di punizione. 35 gol in 139 gare con la casacca gigliata lo rendono il difensore più prolifico della storia viola, davanti ad una leggenda come Sergio Cervato. Nella stagione 1985-1986, la sua ultima a Firenze, El Gran Capitan, da libero, gonfierà la rete 11 volte, solo Materazzi ad inizio millennio supererà questo record di marcature per un difensore. Dalla Fiorentina all'Inter, dove è ricordato soprattutto per un calcio rifilato ad un raccattapalle che tardava a rimettere in campo il pallone, Passarella nel 1988 torna in Argentina per chiudere la carriera nel River Plate. Guiderà poi i suoi amati Millonarios sia dalla panchina che dalla scrivania. Sotto la sua presidenza El Mas Grande vivrà il periodo più buio con la retrocessione nel 2011 ma tornerà anche a vincere grazie alla sua scelta di prendere come allenatore l'inesperto Marcelo Gallardo che diventerà uno dei tecnici più importanti della storia del River.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
