BARONE, Dal dolore per Vlahovic e Torreira agli incassi per Cabral: le cessioni

La storia della versione uomo-mercato di Joe Barone è fatta anche di tante cessioni. Alcune delle quali particolarmente sofferte. A livello tecnico e sportivo, non si può che partire da quelle di Federico Chiesa e, soprattutto, di Dusan Vlahovic. Entrambi venduti agli storici rivali della Juventus, il primo nell’estate del 2020 e il secondo nel gennaio del 2022. Le loro partenze furono accolte malissimo dai tanti supporters gigliati, soprattutto quella del serbo, arrivata in un momento in cui la Fiorentina si stava giocando l’accesso alla Champions League grazie ai suoi gol. L'addio di Vlahovic fu il primo, vero, momento in cui la città si rivoltò contro la presidenza italo-americana (emblematico fu lo striscione che raffigurava il presidente Rocco Commisso truccato da pagliaccio, appeso sul Ponte Vecchio).
Dal punto di vista sentimentale, tuttavia, la cessione - anche se più che di cessione sarebbe giusto parlare di mancato riscatto - che più ha fatto male al tifo fiorentino è stata quella di Lucas Torreira. Come nelle migliori tragedie shakespeariane, in cui l’amore di due individui - la Fiorentina e Torreira - viene impedito da un terzo personaggio, Barone assunse la figura del padre di famiglia che impedisce un matrimonio cercato entrambe le parti in causa, non a caso il tifo organizzato gigliato se la prese proprio con il d.g. con uno striscione appeso al di fuori del Franchi che recitava “Torreira alla Fiorentina, Barone all’Arsenal”.
In questo quinquennio, tuttavia, è stato anche dimostrato come Joe e tutto il resto della dirigenza non abbiano avuto problemi a riconoscere i propri errori e a provare a mettervi una pezza al primo momento utile. Si è visto con la questione portieri, con Gollini rispedito velocemente a Londra dopo una serie infinita di errori eclatanti. Lo si è visto negli ultimi tempi soprattutto con la questione centravanti, dove si sono succeduti rapidamente Jovic, Nzola e Belotti. Ci sono state poi cessioni eccellenti da un punto di vista meramente economico: si pensi, ad esempio, al doppio trasferimento di Cabral e Igor della scorsa estate. Due giocatori che hanno portato nelle casse viola circa 40 milioni di euro.
Ce ne sono state poi alcune piuttosto particolari. Verrebbe da dire quasi bizzarre. L’avventura di Sabiri in viola, ad esempio, durò 57 giorni. Arrivato dalla Samp l’11 luglio 2023, dopo qualche apparizione nel pre-campionato (dove fu il capocannoniere viola) il divorzio si consumò il 5 settembre, con il calciatore che partì in direzione Arabia. Un storia durata comunque il doppio rispetto a quella di Gennaro Gattuso come tecnico, ufficializzato il 25 maggio del 2021 e salutato il 17 giugno dopo soli 23 giorni. I motivi che portarono all’addio furono proprio sulla diversa visione del mercato, con Gattuso che spingeva per un coinvolgimento del procuratore Jorge Mendes e Joe che è sempre rimasto fermo sulla convinzione di voler dar battaglia per ridimensionare il potere di queste figure nel mondo del calcio. Una battaglia difficile, certo, ma Joe non si mai lasciato sopraffarre e non è stato mai disposto a calarsi a pieno nel calderone del calcio moderno. In quello stesso calderone in cui tanti si sono già scottati da tempo.
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