ALLO SPECCHIO
Avrà tempo d’intervenire Cesare Prandelli, il suo ritorno si concretizza nel bel mezzo della seconda sosta stagionale, sorta di traguardo temporale risultato decisivo nella scelta di salutare Iachini. Anche se all’appello mancano i sei nazionali che hanno comunque risposto alle convocazioni nonostante la bolla e le indicazioni dell’ASL il nuovo tecnico viola ha qualche giorno in più per gettare le basi di quella che sarà la sua rivoluzione tattica.
In primis, per storia e curriculum, è lecito pensare che Prandelli decida di passare alla difesa a quattro, vero e proprio marchio di fabbrica passato indenne lungo gli anni trascorsi fuori Italia, il resto sarà anche il frutto di un confronto già avviato con i senatori del gruppo. Ai quali c’è da scommettere Prandelli chieda soprattutto un lavoro di raccordo a sostegno dei giovani, in una ricostruzione dello spogliatoio che passerà gioco forza anche dall’uomo prima del tecnico.
Soprattutto Prandelli, in altri termini, pare la figura più giusta per riavviare un processo identitario interrotto con le ultime deludenti prestazioni. Quella Fiorentina che Commisso in primis vuole a somiglianza della gente di Firenze è andata perduta nel tempo, anche perchè non è mai completamente cresciuta lungo un percorso caratteriale, e forse nessuno meglio di Prandelli è in grado di metter di fronte allo specchio questa squadra per farle realmente capire cosa e quanto vale.