AD OGNI COSTO
La ripresa del campionato è qualcosa di più di una semplice ipotesi, negli ultimi giorni si è fatta un'opzione sempre più concreta. L'ennesima conferma ieri, con le parole del presidente della FIGC Gravina, uscito per forza di cose allo scoperto sui rischi per l'intero movimento. "Se il calcio non riparte subito, ci sarà un danno irreparabile - ha detto - abbiamo già perso 500 milioni di euro. Occorre difendere 100 mila lavoratori, 1,4 milioni di tesserati, 4,7 miliardi di fatturato".
Cifre che ben raccontano quanto alto sia il baratro sul quale si trova il pallone, mentre altre sono le cifre sospese per il contenzioso avviato con le televisioni per i diritti. Quelle risorse fondamentali per tutto il sistema sono la priorità, ed è anche e soprattutto per questo che si punta a tornare in campo ad ogni costo e nonostante tutto. L'ultima sospetta positività in casa Bologna alimenta qualche ombra, ma gli sviluppi avvenuti sul protocollo anticipano aperture che riguarderanno anche lo sport più amato dagli italiani.
Una scelta obbligata, proprio mentre a Firenze si discute delle vie obbligate che attendono Commisso. Nel giorno in cui scade il bando per l'area Mercafir al quale la Fiorentina non ha partecipato rimbalza la rinnovata indicazione del Sindaco Nardella di puntare sul restauro del Franchi e su un piano per una cittadella dello sport al Campo di Marte, più o meno mentre fuori Firenze la società continua a guardare con interesse (da Campi Bisenzio a Signa). Da più parti si dice che prestissimo Commisso dirà la sua, forse già domani, e d'altronde sarà fondamentale capire quale via vorrà intraprendere per arrivare a quello stadio che come il calcio di questi tempi serve ad ogni costo.