TONI, Il mio calcio, da Cavasin a Roby Baggio

06.12.2012 17:36 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: mediaset premium
TONI, Il mio calcio, da Cavasin a Roby Baggio
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Luca Toni, attaccante della Fiorentina, ha concesso una lunga intervista a ''La Tribù del calcio'' che andrà in onda nei prossimi giorni su Premium: “Sono partito da Serramazzoni e sono arrivato a Berlino e ho giocato in squadre da sogno come Fiorentina, Bayern e Roma, vincendo e facendo gol. Che voto posso darmi? Dieci. Perché all’inizio non è stato semplice. Mi alzavo alle 7 del mattino per andare a scuola e tornavo col pullman alle 14: mia madre mi aspettava alla fermata con un panino e il borsone da gioco, io le davo lo zaino coi libri e salivo su un altro pullman che mi portava agli allenamenti. E la sera, quando rientravo, avevo tutti i compiti da fare: ero stanco, ma i miei mi sono sempre stati vicini. Dato che a Modena ero entrato in prima squadra, il mercoledì e il sabato mattina dovevo allenarmi e quindi saltare la scuola. Un giorno andai a scuola con i miei genitori e i professori ci dissero: «Ma davvero credete che Luca diventerà un calciatore? Qui siamo a scuola, non può assentarsi per degli allenamenti di pallone». Insomma: mi ritirai. Ma quelle parole mi sono rimaste dentro: mi piacerebbe molto, oggi, rincontrare quei professori. Non per me, ma per i miei. Che ci soffrirono, e molto. Pochi lo sanno, ma anni fa mi sono comprato la scuola del mio paese, che era in stato di abbandono. Ora l’ho rimessa a nuovo, l’ho trasformata in un Circolo Ricreativo ed è il luogo dove tutti si ritrovano, stanno insieme. Sono contento di averlo fatto, mi ha fatto felice.

Le mie difficoltà nel calcio? Mi viene in mente Cavasin che trovai a Fiorenzuola in C1 a 20 anni. Era un allenatore che non vedeva di buon occhio i giovani, si affidava agli anziani e mi trattava proprio male. Passai un anno difficilissimo, anche se fu l’anno in cui incontrai Marta, che oggi è la mia compagna. Successe a Firenze, in discoteca: vado al bagno, si apre la porta e mi finisce addosso lei. Sul momento me la prendo, poi ci ripenso alla fine ci siamo messi insieme. Lei allora era più affermata di me, guadagnava più di me. Le cose col pallone non andavano, però volevo provarci ancora e alla Lodigiani svoltai, perché poi andai al Treviso, in serie B, dove feci 15 gol; e da Treviso al Vicenza, in serie A a 23 anni. Quasi non mi sembrava vero. Il Brescia? Ricordo ancora il primo giorno in cui incontrai Baggio. Ero in soggezione, così provai a metterla sullo scherzo e gli dissi: «Ehi Roby, tu hai fatto fare gol a tutti, mi raccomando eh?». E lui: «Tu devi solo fare una cosa: quando io ho la palla, corri verso la porta. Al resto ci penso io». E, ragazzi, mamma mia come ci pensava!”