COME UNA VITTORIA
Ma la Coppa Italia non l’ha vinta il Napoli? E allora cosa ci facevano quel mare di persone al Franchi a salutare la Fiorentina? Cos’era quello spettacolo quasi paradossale dove, il pubblico e la squadra, si scambiavano applausi e affetto reciproco dopo una sconfitta? Era amore, appartenenza, stima, voglia di delimitare il territorio, il nostro, per non volersi mischiare col resto del sudiciume che abbiamo visto sabato. Spesso viene rinfacciato a noi fiorentini che siamo presuntuosi e ci sentiamo i migliori del mondo e oggi mi va di gridarlo: si lo siamo, almeno rispetto a chi abbiamo affrontato ed abbiamo trovato sulla nostra strada in una notte di ordinaria (purtroppo) follia.
I rancori, l’odio fra tifoserie (romanista e napoletana), la spicciola delinquenza o le organizzazioni criminali, ci hanno visti inclusi in un frullatore mediatico dove, non troppo a sufficienza, è stato ribadito che i fiorentini erano esenti da colpe. Ho moti di rabbia quando sento parlare di scontri fra i tifosi senza specificare, quasi facendo lo spelling, che i viola non fanno parte di questa commedia degli orrori. E’ orribile tutto quello che è successo, dal non dover giocare la partita, al rispetto richiesto (non dalle autorità) per la persona in ospedale, al silenzio della curva napoletana, che parlava però coi botti, al finale fatto di invasione di campo, sfottò minacciosi verso i fiorentini e canti a squarciagola, a quel punto alla faccia di chi è stato “sparato”. Che squallore!
Vista l’età, e gli anni di frequentazione del calcio, pensavo di aver già visto tutto ma, purtroppo, al peggio non c’è mai fine. Forse perché è stato vissuto sulla nostra pelle, brucia molto di più, ma quanto mi rode pensare di aver trovato sulla nostra strada “tali” Genny e Gastone che non mi risultano essere dei calciatori. Come, non mi risulta, si siano comportati da politici coloro che governano il nostro paese e il nostro calcio. E’ bello venire a fare bella mostra di se nelle tribune d’onore, rappresentare qualcosa o qualcuno nelle grandi manifestazioni, ma la figura che tutti hanno fatto a poco a che vedere con l’adeguatezza del ruolo che rivestono. Ci rimane sempre la consapevolezza che non cambierà comunque niente in questo mondo che, dopo l’indignazione iniziale, tutto tornerà ad essere amorale ed illogico. In questo incubo che abbiamo vissuto, passa in secondo piano anche la sconfitta sul campo, anche se vorrei strozzare Ilicic e capire se il fuorigioco è uguale per tutti, ma mi consola tantissimo quello che ho visto allo stadio ieri: noi non siamo come voi!
La Signora in viola