"VERSO CATANIA", Al Cibali come al Massimino è sempre... "Clamoroso!"
Un tempo era il Cibali, un nome che è diventato uno slogan, un modo di dire, quasi un refrain. “Clamoroso al Cibali…” Sinceramente non ricordiamo chi lo disse: Nicolò Carosio? Enrico Ameri? Sandro Ciotti? Beh… chiunque lo abbia pronunciato (se è ancora vivo) sappia che ha creato un neologismo che resiste ancora oggi, immarcescibile, indistruttibile anche di fronte agli americanismi, all’esterofilia imperante nell’attuale globalizzazione lessicale. E che dire dell’amalgama? In questo caso entra in scena Massimino che ha raccolto il testimone del Cibali, sostituendosi nella denominazione. Angelo Massimino è stato presidente del Catania per circa 25 anni e si è reso protagonista di esilaranti battute. Una per tutte quella che vide protagonista l’amalgama appunto. Si narra che un giornalista gli disse: “Presidente, a questa squadra manca l’amalgama”. Risposta: “Ditemi dove gioca, e io lo compro”. Totò non avrebbe saputo far di meglio, e nessuna mente normale avrebbe potuto produrre una gag tanto efficace ed originale, tanto che, di fronte a cotanta genialità, nel 2002 il mitico “Cibali” ha ceduto il passo al “Massimino” in omaggio a quello che era chiamato il “Presidentissimo”.
I precedenti del Catania in serie A non sono molti e la Fiorentina di fatto disputa la sua terza partita al “Massimino”. In verità c'è anche il precedente del 29 maggio 2004, quando i viola pareggiarono 1-1 nella terzultima del torneo di serie B, in dirittura d’arrivo verso lo spareggio col Perugia. Ma era serie B appunto, e sinceramente passiamo volentieri oltre. Nella massima serie ricordiamo un 2-0 datato 18 marzo 1984 (anche se si giocò alla "Favorita" di Palermo, firmato da una doppietta di Paolone Monelli. Era la bellissima Fiorentina di “Picchio” De Sisti, purtroppo già orfana di Antognoni (ai box per il terribile infortunio patito contro la Sampdoria un mese prima), che terminerà il campionato al terzo posto dopo aver accarezzato il sogno scudetto per lungo tempo. Nessuna esclamazione dunque quella volta e niente di clamoroso al Cibali, e poi la superiorità dei viola fu talmente netta che i gol del centravanti viola, seppur arrivati nella parte finale della gara, sembrarono ai più un’ineluttabile conseguenza. Più sofferta sicuramente la vittoria datata 18 febbraio 2007, nella quale si capì una volta di più, l’importanza fondamentale di un bomber come Luca Toni. Niente Cibali, niente Massimino, bensì l’anonimo stadio di Rimini e per di più a porte chiuse (conseguenza del caso Raciti). Correva il 56’ ed il risultato languiva in uno sterile 0-0 frutto di una supremazia viola che però, non aveva dato i frutti sperati. LucaTonieFurmini si alza dalla panchina, Prandelli richiama Pazzini, qualche minuto d’ambientamento ed il bomber mondiale (è l’86’) si libra per colpire un cross di Pasqual dalla sinistra e insacca di testa per l’1-0 finale. Si replica pochi mesi dopo (settembre 2007) ed è ancora un colpo di testa a portare tre punti alla causa viola. Lo firma Adrian Mutu dopo appena 7 minuti di gioco. L'anno scorso, invece, i gol furono addirittura due con il primo vagito su azione in maglia viola di Jovetic (bel tiro da fuori area) e l'una tantum di Zauri in pieno recupero.
Catania portafortuna, quindi, per la Fiorentina ed il “Massimino” ancor di più con tre vittorie nelle ultime tre esibizioni. E allora se è vero che “non c'è due senza tre ed il quattro vien da se” andiamo ad inseguire il sogno impossibile della Champions per gridare: ”Clamoroso a Firenze...”