PAZZINI VS. GILARDINO
No, nessun malinteso, nessuno scontro. Nè fisico nè verbale. Quello tra Pazzini e Gilardino è solamente un "confronto", una sana rivalità, la volontà legittima da parte di entrambi di fare breccia nel cuore di Marcello Lippi. Una sfida nella sfida, sopratutto per i tifosi viola che hanno voluto bene a Giampaolo (e molti gliene vogliono ancora) e che amano Alberto Gilardino, nonostante le ultime dichiarazioni improntate all'incertezza. Certo il nostro incipit può ingannare, quel vs. che significa "contro" può disturbare. Uno contro l'altro, alla caccia di un posto al sole. Però, se ci pensate bene, il "pazzo" ed il "gila" sono gli unici due concorrenti per un posto ambitissimo, quello della prima punta, l'unica prevista dallo schieramento 4-2-3-1 scelto dal CT azzurro. Cerchiamo di analizzare i pro ed i contro dei due protagonisti: Gilardino parte un passo avanti rispetto a Pazzini. Il gila è il titolare per antonomasia di questa nazionale. Già campione del mondo 4 anni fa, uomo di esperienza anche internazionale (quest'anno ha disputato un'eccellente Champions League con la Fiorentina, ma ricordiamo che Alberto ha addirittura vinto una Champions con il Milan nel 2007), autore di 19 reti tra coppa e campionato. Per lui anche un debito di riconoscenza da parte di Lippi visto che un suo gol ha portato gli azzurri in Sud Africa. Successe il 10 ottobre 2009 quando, subentrando dalla panchina, il centravanti di Biella realizzò il pareggio decisivo a Dublino (2-2 il finale) contro l'Irlanda di Trapattoni. Insomma, tanti motivi per considerare Gilardino titolare nella "prima" mondiale contro il Paraguay. Però... c'è un però. Gli ultimi mesi di campionato, per la Fiorentina in primis e, di conseguenza, per Gilardino sono stati tremendi. Sconfitte a ripetizione, una sensazione di scollatura evidente, il sospetto che qualcuno avesse cominciato a pensare anzitempo al mondiale, tirando (inconsciamente, s'intende) i remi in barca. Cattiverie, illazioni fuori luogo ed anche un pò gratuite. Fatto sta che Gilardino non realizza un gol in partite ufficiali dal 28 marzo, data di un Fiorentina-Udinese di campionato, quando al 10' della ripresa segnò il gol del 2-1 dando il là al 4-1 finale. Da quel giorno più nulla. Sono passati quasi tre mesi, 7 partite e più di 480 minuti nei quali Gilardino è andato in bianco. Ma c'è di più: l'Italia ha disputato due partite amichevoli pre-mondiali contro Messico e Svizzera (Alberto ha giocato solo la prima) ed anche in questo caso niente. In più c'è stata la sgambata contro i dilettanti sudafricani del Gauteng. Per Gilardino un palo ed una traversa in un'ora di gioco, per Pazzini due gol in appena mezzora.
Ecco, Giampaolo Pazzini. Le strade fra i due si incrociano, si passano il testimone, si rovesciano. E' indubbio che questo non sia lo stesso Pazzini di Firenze. Oggi siamo di fronte ad un centravanti vero, spietato, sicuro di se. Ricordiamo l'ultimo gol di Giampaolo con la maglia viola: era il 18 ottobre 2008 ed allo stadio "Franchi" si gioca Fiorentina-Reggina per la 6° di campionato. Pazzini porta in vantaggio i gigliati con un gol su rigore al 39'. Sembra tutto a posto, finalmente il "pazzo" è andato in gol, forse sarà pure decisivo. A 20' dalla fine Prandelli opera il cambio: fuori Pazzini dentro Gilardino. Nemmeno 4 minuti ed il gila sigla il 2-0. Nemmeno 9 minuti ed arriva il 3-0 (doppietta personale per Alberto). Incredibile! Quello che poteva essere il pomeriggio della rinascita per Pazzini si trasforma in un segno del destino inequivocabile, solare, lampante. A Firenze, per Giampaolo Pazzini, non c'è più posto, non c'è futuro, sopratutto non c'è fortuna. Il resto è storia nota: la cessione alla Sampdoria a gennaio, l'esplosione accanto a Cassano (11 gol in 19 presenze), la conferma di quest'anno (19 in 37) e la trionfale qualificazione in Champions League. Pazzini in Champions, Gilardino a casa. Pazzini il martedì (o il mercoledì) che sale sui palcoscenici più grandi d'Europa, Gilardino il giovedì al "Franchi" contro la Fortis Juventus piuttosto che il San Miniato Basso... Comunque, la sfida è aperta. Ripetiamo, una sfida corretta, leale, basta leggere le ultime dichiarazioni di Pazzini: "Sento la fiducia del c.t., sto bene con i compagni ma non so se giocherò titolare. Mi sento partecipe di un gruppo che vuol realizzare qualcosa di importante". Non manca qualche stilettata, ma...fa parte del gioco: "Secondo me Buffon, Cannavaro, Chiellini, De Rossi sono dei fuoriclasse. E ci manca anche Pirlo in questa fase. Parliamo di ottimi giocatori e io sono felice e orgoglioso di essere loro compagno di squadra". Non cita Gilardino (lo poteva fare) per il quale si limita a dire... "Gilardino ha segnato una caterva di gol, è un campione. Di Natale idem. Iaquinta lo vorrebbero tutti. Quagliarella e Pepe non sono da meno. Non vedo un problema attacco". Già, perchè contro il Gauteng hanno segnato tutti, meno che Gilardino. Pepe ha realizzato una doppietta, Di Natale ha segnato, idem Iaquinta. Pazzini, lo abbiamo detto, ha messo dentro due reti. Quindi, secondo Pazzini Gilardino è un campione ma non un fuoriclasse. Noi ci limitiamo a dire che per Lippi gila è il titolare ma (ovviamente) non inamovibile ed il confronto Pazzini vs. Gilardino è appena cominciato... Ovviamente auguriamo ad Alberto tutto il bene del mondo, di portare in alto il colore violazzurro, di mettere a tacere qualsiasi voce maligna. Se lo merita, se l'è sudata, quella maglia gli spetta a tutti gli effetti. Ora però, tocca al campo a parlare. Tocca a lui.