"OCCHI PUNTATI SU" Rischio mondiali per Gilardino?
Non è un mistero che Marcello Lippi non ami Alberto Gilardino. Non lo detesta ma non lo ama. E non è neanche un mistero che Marcello Lippi stia cercando il centravanti titolare della nazionale per i mondiali sudafricani. Valuta il neo italiano Amauri, aspetta il miglior Toni, elogia Pazzini, apprezza Borriello. Si guarda intorno, chiede consigli, consulta i propri collaboratori alla caccia dell'attaccante da mettere lassù, una sorta di specchietto per le allodole che gli possa far reparto da solo. Ai lati (sulla sinistra) Di Natale, sulla destra Camoranesi per un modulo 3-4-3 che prevede, sempre e comunque, una punta unica, grossa, potente, ma unica. Detto in parole povere il Luca Toni del 2006, quando il bomber viola, pur senza strabiliare, assicurò peso e centimetri all'attacco azzurro con risultati che tutti ricordiamo. E Gilardino? Come risponde il centravanti di Biella a questa malcelata sfiducia da parte del CT viareggino? Come si sta approcciando al mondiale tanto agognato? Come sono le sue prestazioni? Com'è la sua media voto? Domande provocatorie, lo riconosciamo, ma domande che, ahimè, si starà ponendo anche lo stesso Lippi e crediamo che le risposte non siano quelle desiderate dal "gila" e da tutti i tifosi viola.
Partiamo dai numeri: Gilardino, fino ad oggi, ha disputato 33 partite di campionato, 9 di Champions League, 4 di coppa Italia per un totale di 3783 minuti, dei quali 2713 solo in campionato. Gilardino ha realizzato, fino ad oggi, 15 reti in campionato (con un solo rigore), più 4 in Champions League. 19 in totale che su 46 partite disputate fra coppa e campionato fanno la media di un gol ogni 0,41 partite, e sui 3783 minuti giocati fanno una rete ogni 199 minuti. Numeri, tutto sommato, soddisfacenti a cui vanno aggiunti la mancanza prolungata della sua spalla ideale, Adrian Mutu, ed una stanchezza di fondo dovuta al continuo impiego da parte di Cesare Prandelli. Però, c'è un però. Gilardino, dopo un inizio di stagione roboante, nel quale era stato rispolverato il detto "Gila e riGila segna sempre lui...", aveva passato un periodo a dir poco critico a cavallo tra gennaio e febbraio. Lo score denunciava un digiuno da gol di 1003 minuti spalmati su 10 partite (6 di campionato, 1 di Champions e 3 di coppa Italia) per 46 giorni di astinenza compresi tra il 6 gennaio 2010 (doppietta in Siena - Fiorentina) ed il 21 febbraio, data della vittoria interna (e del gol vincente) contro il Livorno per 2-1. Ma non basta, perchè quello che preoccupa, che da noia, che getta un ombra sullo "ius primae noctis" al mondiale è l'atteggiamento remissivo mostrato in queste ultime settimane, è la frenesia nel voler battere il calcio di rigore contro il Genoa, voglioso di dimostrare quella personalità e cattiveria che in pochi gli riconoscono. Sono mesi che, nonostante i gol arrivino (di riffa o di raffa) Gilardino gioca spalle alla porta avversaria, che lotta, sgomita, senza mai dare però l'impressione di intimorire il difensore avversario. E intanto Borriello lo tallona ad una lunghezza, Pazzini lo raggiunge a quota 15 (ma ve lo immaginate? Pazzini, svenduto dalla Fiorentina, va in Champions League e conquista il posto da titolare con la maglia azzurra proprio a discapito del suo titolare in quel di Firenze). Sarebbe il colmo, sarebbe sportivamente drammatico per Alberto e per tutti i tifosi viola, ancora affezionati al "pazzo" ma vogliosi di applaudire l'attuale beniamino in Sud Africa. Il discorso Amauri, poi, esula da una logica stringente: il brasiliano veste la maglia bianconera...e tutto il resto vien da se. Insomma... Gilardino riserva e, addirittura, fuori dai 22 convocati? No, ci mancherebbe. Gilardino, ai mondiali ci va, eccome. Notiamo solo come il mondiale sia a rischio panchina per il gila, e certe occasioni passano una volta sola nella vita.