LA "LEVA CALCISTICA" DI ADEM LJAJIC...
Ci preme dirlo subito: Adem Ljajic non era (ancora) un fenomeno prima, non è (di già) un bidone adesso. Adem Ljajic è solo un ragazzo nato per giocare a pallone, e che dal pallone (forse per la prima volta nella sua vita) è stato respinto. Capita e ricapiterà, molto prima di quando lui se lo aspetti. Lo chiameremo...Adem "Nino" Ljajic. Perchè proprio Nino vi chiederete? Storie di canzoni, di parole che si confondono con la poesia, di frasi che raccontano una metafora della vita. Storia di un brano griffato Francesco De Gregori (di madre fiorentina) scritto nell'82', destinato a coloro che hanno un sogno, lo coltivano e poi diventano... "calciatori tristi che non hanno vinto mai...che adesso ridono dentro a un bar..." No, non auguriamo questo ad Adem, anzi... Scriviamo queste parole proprio per esorcizzare il pericolo ed il parallelo con il "Nino" della canzone serve a far capire al talentino serbo che..."Nino non aver paura, di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore..."
Caro Adem, riflettici un attimo: che giudizio dovevamo dare di Roberto Baggio quando a Pasadena, il 17 luglio del 1994, calciò alle stelle il rigore decisivo della finale mondiale contro il Brasile? Oppure di Michel Platini, che fallì un altro rigore in un Francia-Brasile, quarti di finale del mondiale di Messico 86? E di Zico, che nella stessa partita sbagliò anch'esso un rigore ancor più importante, nei tempi regolamentari, che sarebbe valso al Brasile il passaggio in semifinale? Pensa che addirittura Maradona (tanto nomine) sbagliò un rigore, guarda caso contro la ex-Jugoslavia, ad Italia 90' (ironia della sorte successe al "Franchi" nella stessa porta dove hai sbagliato tu oggi...) E infine, per restare in casa nostra: come dovevamo prendere i due errori di Vieri e Liverani nella semifinale di Coppa Uefa del 2008 contro i Rangers di Glasgow? Tu non c'eri, ma quello è stato il punto più alto della nuova Fiorentina, quella nata dal fallimento, quella che tu devi aiutare a tornare grande. E allora, cosa vuoi che sia un rigore sbagliato contro il Palermo, alla sesta giornata, in una normale, anonima, giornata di campionato? Un particolare, appunto... e noi non ti giudicheremo certo per questo. Aspetta, non è finita quì. "Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia..." Il coraggio è segnare due rigori sotto la Fiesole e di batterne un terzo, resistendo alla gelosa arroganza di un bomber come Gilardino. L'altruismo è ammettere il proprio errore e definirsi "orribile" su Facebook, chiedendo scusa a chi ha pianto e sofferto per il tuo errore. La fantasia è quella che pervade il tuo gioco, le tue movenze, il tuo istinto da "fenomeno" (perchè fenomeno, comunque, diventerai).
Chiudiamo facendo nostre le frasi finali della canzone che ci ha fatto da colonna sonora nelle nostre riflessioni (soundtrack: "la leva calcistica della classe 68'...) "Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette. Questo altro anno giocherà, con la maglia numero sette..." Vedi Adem? Lo ha detto anche Mihajlovic, pochi giorni fa. "Il ragazzo si deve irrobustire, deve crescere" (tradotto: ha le spalle strette). L'anno prossimo giocherai sicuramente, e con quale numero non conta. L'importante è che la maglia sia quella viola.