ULIVIERI A FV: "LE IDEE SONO LA FORZA DI ITALIANO. È UN DURO E RICORDA ZEMAN"

28.06.2021 19:31 di  Alessio Del Lungo   vedi letture
ULIVIERI A FV: "LE IDEE SONO LA FORZA DI ITALIANO. È UN DURO E RICORDA ZEMAN"
FirenzeViola.it

Vincenzo Italiano è ormai prossimo a diventare il nuovo allenatore della Fiorentina e la nostra redazione per approfondire il personaggio ha contattato, in esclusiva, il presidente dell'Assoallenatori, Renzo Ulivieri, al quale l'ormai ex tecnico dello Spezia ha anche dedicato la sua tesi con la quale ha preso il patentino da allenatore UEFA Pro 2019/20.

Italiano è la scelta giusta per la Fiorentina?
"Direi di sì, ma basta vedere la sua storia a partire da quando ha cominciato ad allenare fino a quello che ha fatto quest'anno, ma anche negli anni passati... Quando si fa una scelta del genere però la si fa anche in un'ottica di programmazione futura e non di mesi".

Non ha mai allenato in una piazza importante come quella di Firenze. Potrebbe soffrirla?
"L'allenatore ha problemi di terreno di gioco, non di piazza. La piazza non c'entra niente per un tecnico, lui deve saper stare sul campo e lì ci sa stare".

Italiano ha incentrato la sua tesi sul concetto del passaggio da giocatore a tecnico. Ha un significato particolare?
"Sì perché il passaggio da giocatore ad allenatore non è per niente facile. La mente del calciatore è abituata a pensare per uno, mentre il tecnico deve pensare per tutti. Poi lui caratterialmente è uno duro, ma giustamente come deve essere un allenatore".

Zeman lo considera il suo successore. E' d'accordo?
"Sì perché, soprattutto quello di quest'anno, andava a prendere i suoi avversari molto in avanti. Italiano non si innamora delle cose, li andava a prendere in avanti perché sapeva che, orologio alla mano, se stava 15 minuti nella sua metà campo prendeva gol e quindi ha trasmesso la stessa idea ai suoi giocatori".

L'ormai nuovo tecnico della Fiorentina le ha dedicato anche la tesi. Qual era il vostro rapporto durante il master?
"Bello, ci siamo anche divertiti. Italiano è simpatico, ma a me è piaciuto perché era un allenatore molto rigido sulle sue cose e quando trovo queste persone il mio compito è di togliere loro questa rigidità. Gli ho spiegato che non esiste 'il mio calcio', ma il calcio che si adatta a seconda dei calciatori a disposizione: quello è il migliore. Ovviamente c'è anche la mano dell'allenatore, poi nei discorsi è uno profondo".

Se le dovessi chiedere un pregio in particolare di Italiano, quale direbbe?
"La capacità di convincere i suoi giocatori, di trasmettere le sue idee".