INNOCENTIN A FV: "ACF-ESPANYOL NASCE CONTRO GLI INFARTI... TRA CUI IL MIO"
Domani sera la Fiorentina affronta l'Espanyol in amichevole nella Unbeatables Cup, un trofeo che ha uno scopo benefico e informativo, oltre che sportivo. A spiegarci meglio il tutto ci pensa l'agente Nicola Innocentin, agente sportivo e membro dell'associazione Unbeatables, toccato in prima persona come ci spiega in esclusiva nell'approfondire l'evento di domani: "Due anni fa ho subito un'ablazione cardiaca, intervento a cuore aperto simile a quello subito da Khedira o Cassano, che da sostenitore esterno mi ha reso membro della onlus, in quanto la linea è di mantenere al suo interno soltanto chi ha avuto patologie legate ad arresti. L'associazione nasce nel 2015 per opera di Simone Ambrosi: anni fa ha avuto un collasso mentre praticava una visita di idoneità sportiva, prima di portarlo a Padova per impiantargli un defibrillatore, un po' come successo per Eriksen. Da lì è nata la volontà di affrontare il tema che non viene trattato se non quando accadono".
Quanto accadono?
"I casi sono 65mila in Italia e 350mila in Europa ogni anno, l'incidenza è sui giovani atleti maggiormente per via del trigger dato dall'attività agonistica, che li espone maggiormente a rischio. Si rilevano più facilmente certe cose nelle visite sportive. Dalla fondazione abbiamo purtroppo assistito alla perdita di Davide Astori, ma ce ne sono stati anche altri di casi".
Da lì l'idea della Unbeatables Cup...
"Io che seguo il calcio dall'interno, da agente, ho deciso di creare direttamente un evento direttamente in questo mondo. Ho pensato: perché invece di aspettare l'ennesima tragedia, non parliamo di questa cosa? Inizialmente abbiamo coinvolto i club direttamente interessati: il format prevedeva Siviglia, Fiorentina, Benfica ed Espanyol. L'accostamento Fiorentina-Espanyol è stato naturale, visto che entrambi hanno perso i loro capitani e non sul campo, ma in una stanza. Per di più Jarque si trovava a Coverciano. Non appena proposta l'idea e trovata la disponibilità, di tutti e quattro prima del Covid. Dopo la pandemia e l'episodio di Eriksen, Siviglia e Benfica purtroppo non hanno potuto confermare la partecipazione: ecco perché si sono aggiunte la Roma, che di recente ha perso il giovane Joseph Perfection, e il Betis, che è tra le realtà spagnole che si sono meglio equipaggiate per fronteggiare un attacco cardiaco, sia del pubblico che dei giocatori. Un esempio da seguire. Mi auguro che questo torneo sia l'inizio di un percorso continuativo, così avremo la certezza che l'idea iniziale di volerne parlare e far sapere alla gente cosa fare, possa ripetersi ogni anno".
Ci sarà qualcosa di particolare per Astori?
"Nel rispetto delle persone scomparse e delle loro famiglie, si è pensato di fare un evento commemorativo che potesse essere uguale per entrambi i club. Ci siamo messi d'accordo per ricordare Astori al 13° minuto, mentre Jarque al minuto 21, nel modo in cui la tifoseria già usa, cioè sospendendo la partita per applaudirli".
Dove sarà destinato il ricavato?
"L'idea era di devolvere all'associazione Unbeatables la quota della biglietteria. Però con le limitazioni Covid, 2800-3000 accessi massimo, ma si rischiava di non arrivare ad una cifra congrua alla portata dell'evento. La Mahd Sports Academy (ente propulsore dell'evento, ndr) farà una donazione forfettaria sia per la partita di Firenze che per quella di Siviglia".
Quale l'obiettivo finale dell'associazione?
"Tra le attività c'è la più grande priorità, che è quella di andare a fare i corsi di formazione presso le squadre di calcio. Stiamo già preparando una dimostrazione da fare con il supporto della Croce Rossa Italiana per il corso BLSD (la parte manuale) da fare all'Espanyol, e della Misericordia per la Fiorentina. Abbiamo visto con Kjaer quanto sia importante fare la manovra di primo soccorso: chiamare aiuto, praticare un massaggio cardiaco e reperire o utilizzare un defibrillatore. Tra il punto due e il tre però passa un tempo indeterminato: con un BLSD può non essere vano il terzo passaggio. Il quarto è lo spostamento presso un centro specializzato. A me come ad altri ex calciatori, il cuore tende ad ingrossarsi leggermente: questa cosa può portare a sviluppare disfunzioni elettriche che vanno corrette, come nel mio caso. Fare chiarezza su tutto ciò che ruota intorno al cuore è importante. Possiamo evitare che ci sia paura di intervenire e fare peggio, ecco perché dobbiamo informare le varie realtà, a partire dai calciatori. Ci siamo prefissati di contattare la FIGC e Gravina per strutturare questa attività".
Come l'ha cambiata essere stato vittima di un arresto cardiaco?
"A livello personale è aumentata l'attenzione per tutto ciò che ruota intorno al cuore, all'organo di per sé. Dopo l'ablazione la testa mi diceva: stai calmo, rilassati. Il cardiologo invece mi ha detto che no, era l'esatto contrario. Quando il cuore di un atleta subisce un'ablazione, ogni tanto deve ricevere una sollecitazione. La Maserati non puoi mandarla a 15 all'ora, si spegne... Al cuore dell'atleta serve sempre un po' di attività".
In conclusione: lei ha fatto da intermediario per l'arrivo di Ribery a Firenze. Come lo giudica il suo biennio?
"Il suo arrivo in Italia ha rappresentato qualcosa di importante: la professionalità che certi campioni riescono a portare, viene notata. Da colleghi, tifosi e giornalisti. Ho sempre fatto caso ai commenti dei compagni di squadra, che hanno tutti rimarcato più volte la leadership che Franck riusciva a trasmettere nello spogliatoio. Per la Fiorentina e Firenze è stato un giocatore importante: tutti erano consapevoli che, prendendolo a 36 anni, due stagioni hanno un peso specifico diverso sull'atleta. Dal momento in cui decidi di tracciare un'altra linea societaria, ci stanno scelte di questo tipo. Non va però ad inficiare ciò che è stato per Firenze o la Fiorentina. Alla sua età un infortunio, per esempio, ha tempi di recupero diversi: analizziamo cosa ha dato quando stava bene. Lì siamo indiscutibilmente d'accordo sul fatto che facesse la differenza, l'unico punto interrogativo è sull'infortunio che ha avuto. Se non è al 100% fisicamente, deve lasciare spazio. Ricorda la fase finale di Totti: campionissimi che vorresti avere in eterno nello spogliatoio, ma i 90 minuti sul campo sono un'altra cosa. La stessa cosa vale per Borja Valero... Ci sono cicli che iniziano e finiscono".