FOSSI A RFV: "PERCHÉ L'IPOTESI CAMPI NON È ANDATA IN PORTO"

27.09.2022 15:40 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
FOSSI A RFV: "PERCHÉ L'IPOTESI CAMPI NON È ANDATA IN PORTO"

"Terrò alti i colori viola a Roma". Oggi a 'Palla al Centro' in onda su Radio Firenzeviola è intervenuto Emiliano Fossi, ex sindaco di Campi Bisenzio eletto alla Camera dei Deputati per il Partito Democratico dopo le ultime elezioni politiche. Fossi, tirato in causa ieri sera da Rocco Commisso per quanto accaduto con l'eventuale nuovo stadio a Campi, ha iniziato commentando il risultato elettorale: "Ho fatto per dieci anni la gavetta prima di passi in avanti come mi è capitato in questi giorni. Sono molto soddisfatto personalmente, perché il mio collegio è stato quello con il maggiore scarto dal secondo a livello nazionale. Dall'altro lato però questo si inserisce in una sconfitta traumatica e importante per il mio partito che ci impone delle riflessioni, quindi non posso essere contento".

Domanda diretta: perché non ha più chiamato Commisso come ha detto il presidente?
"Non l'ho visto ieri sera perché ero in una trasmissione a commentare i risultati elettorali, anche se avrei preferito parlare di Fiorentina (ride, ndr). Mi hanno raccontato un po' quello che ha detto ma sulla questione stadio mi pare ci sia poco da aggiungere: sapete bene che Campi era una soluzione alternativa nel caso non fosse andato in porto il progetto sul capoluogo. Su Firenze il sindaco Dario Nardella ha trovato una soluzione, per questo tutto è finito in secondo piano. Credo che sia una questione da valutare positivamente, perché nel progetto attuale viene rigenerato lo Stadio Franchi che altrimenti sarebbe stato abbandonato. Io ho sempre avuto un ottimo rapporto con Commisso, in primis perché è il presidente della mia squadra e quindi non si discute, poi anche perché abbiamo sempre avuto un rapporto cordiale".

Le parole di Commisso sul nuovo stadio?
"Non mi permetto di parlare per altri ma ho sempre capito dalle affermazioni pubbliche che le ipotesi possibili erano prioritariamente quelle di rigenerare il Franchi, poi eventualmente altre aree. Avendo trovato una soluzione per quella che era la priorità, allora bisognerà capire solo sulle funzioni che tipo di controllo ci sarà. Ci saranno delle trattative, come è normale che sia tra il Comune di Firenze e la proprietà della Fiorentina. Ma è una situazione lineare".

L'ipotesi Campi per lo stadio era seria?
"Mi pare che sia stata presa come possibile, quindi seriamente. Non è stata una questione marginale ma l'ho sempre percepita solo come alternativa al capoluogo. Non ho mai avuto la percezione di trattare con persone che non prendevano seriamente la questione, solo nell'ottica di valutare tutte le alternative".

Sulla Fiorentina di questa stagione.
"Nutro speranze, non solo perché sono ottimista di natura ma perché credo che le possibilità ci siano. Incide forse che non siamo tanto abituati a gestire il doppio impegno e questo ha creato delle conseguenze, alcune cose andranno ricalibrate. Era tanti anni che non facevamo le coppe europee. Oltre al fatto che abbiamo altri problemi come quello del gol: le punte centrali non danno il rendimento che ci aspettavamo. Ma anche su quello ho fiducia che le cose possano cambiare. Kouamé prima punta è una soluzione interessante, ma anche il gioco sta un po' cambiando. Mi pare ci sia stato un approccio un po' diverso nell'ultima partita: fa parte di un processo di maturazione".

Cosa la fa più arrabbiare di questa Fiorentina?
"Non arrabbiare, ma mi deludeva che si restasse attaccati ad uno spartito unico di gioco. Io sono un estimatore del gioco manovrato e di Italiano, ma magari quando incontri periodi complicati può essere opportuno cambiare".

La preoccupa il fatto che la proprietà della Fiorentina sembri arresa all'idea di stadio di proprietà?
"Credo che la possibilità di fare una squadra competitiva ci possa essere anche senza stadio di proprietà. Basti guardare al Napoli, che non ha stadio di proprietà ed è diversa da Firenze, però sta funzionando anche lavorando in un altro modo. Poi si sa, nel calcio tutto cambia più velocemente che in politica. Si può fare un mercato in cui cedi pezzi pregiati ma poi con lo scouting trovi giocatori che vengono super valutati in poco tempo".