UNA FIORENTINA MONOCORDE NO!!
La sosta internazionale non è corretto chiamarla una “manna” per la Fiorentina e per un motivo semplicissimo: l’avvicendamento fra Sinisa Mihajlovic e Delio Rossi, durante le manovre della nazionale italiana di Cesare Prandelli, è una scelta di campo fatta ad arte dalla società dei Della Valle. La pausa ha agevolato l’inserimento nel tessuto cittadino. Questi ha avuto tutto il tempo a disposizione per leggere nelle palle degli occhi di tutti i giocatori, meno quelli, naturalmente, impegnati con le varie nazionali.
Del rapporto, fragorosamente positivo, fra la tifoseria sappiamo tutto, l’abbiamo visto e sentito. In Firenze il clima è mutato in meglio e non perché il cambiamento del tecnico è stato chiesto o preteso da una parte della tifoseria. L'atmosfera è cambiata in meglio perché la città ha ritrovato la voglia di reimpossessarsi dei suoi colori, dei suoi profumi, del suo stadio, della fiducia verso il suo tecnico. Delio Rossi ha risposto con l’entusiasmo del ragazzino al quale hanno regalato il giocattolo più prezioso; poi ha risposto con la concretezza del tecnico serio, preparato e lavoratore. Dentro la sua grande disponibilità e voglia di regalare gioia ai tifosi non nasconde i problemi che ha la squadra. Questi problemi sono certificati dai risultati ottenuti in questa prima parte del campionato, dalla mancanza di un leader in campo e negli spogliatoi, di un gioco fondamentale nelle giornate migliori, dove tutto riesce al meglio, e nelle altre, perché ci saranno, quando le cose non andranno per il verso giusto. Se la mancanza di gioco è un rilievo al lavoro portato avanti da Mihajlovic, non possiamo non preoccuparci del resto. Il 4-3-3 non deve essere la foglia di fico per giustificare tutte le inadempienze dei giocatori (usiamo il plurale per comodità e convenienza).
La Fiorentina vista fino a ora è monocorde ed ha una sola velocità: quella di comodo sapendo che per vincere nel campionato italiano si deve correre prima e più dell’avversario. Il calcio è uno sport collettivo ma valorizzato dai solisti. Qualche esempio: Cerci è bravo con il pallone fra i piedi e diventerebbe bravissimo per correre anche per i compagni, altrimenti meglio Romulo ma la squadra è meno competitiva. Riccardo Montolivo ha talento ma non deve utilizzarlo a corrente alternata e le sue prestazioni devono essere tra il sette e l’otto. Quelli dotati devono fermarsi al massimo a sei. Sotto la sufficienza deve preoccuparsi lui (Montolivo) e si preoccupa la squadra. Vargas è un problema e va risolto alla radice, possibilmente a pane ed acqua. E’ uno che può fare la differenza e la faccia, perdindirindina. Negli schemi di Mihalovic non c’era quello adatto a Gilardino e lo abbiamo visto. Nel 4-4-2 o 4-3-1-2 di Rossi c’è ma Alberto ci deve mettere anche del suo. Potrei andare avanti con Boruc che da un po’ di tempo a questa parte è svagato nelle uscite e non dà sicurezza alla difesa e Kharja sappia che a stancare non è il treno ma l’utilizzo del treno. Mi fermo qui anche perché non sono io l’allenatore ma Delio Rossi. Lo ritengo tra i migliori in assoluto e per questo sono convinto che recupererà al 100% anche il giovane De Silvestri.
Franco Ligas
giornalista Mediaset