STADIO, LE POSIZIONI DELLA FIORENTINA NEGLI ANNI
“Ci servono investimenti non chiacchiere. Noi siamo arrivati con le idee chiarissime: uno stadio nuovo e un centro sportivo nuovo. Per lo stadio siamo finiti in un ginepraio, mentre il centro sportivo è una realtà a livello mondiale”. Per lo stadio ha le idee chiare? “Impianti funzionali, moderni e accoglienti. Non serve ristrutturare impianti che hanno già problemi, ma costruire stadi moderni”. Questo è un estratto di un'intervista al DG della Fiorentina Giuseppe Barone, pubblicata da IlMattino lo scorso sabato.
Le dichiarazioni del DG viola ribadiscono ancora una volta i forti dubbi che la proprietà viola ha sulla ristrutturazione dello stadio Franchi di Firenze, una struttura inaugurata negli anni '30 e che nel corso del tempo non ha subito interventi radicali che lo inquadrino tra gli impianti moderni.
In queste settimane, dopo che il 30 settembre scorso è stato consegnato da ARUP il progetto esecutivo sul lotto coperto da 130 milioni di finanziamenti, si provvederà a verificare e approvare gli elaborati, dopodiché sarà bandita la gara per eseguire i lavori che, una volta assegnati, dovrebbero partire tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024.
Se i dubbi sono legittimi, è altrettanto vero che le posizioni e le intenzioni di questa proprietà, nei fatti, non sono state chiarissime. La storia racconta che nel 2019, pochi mesi dopo l'acquisto del club, la società di Commisso illustrò informalmente al Comune e alla Soprintendenza un'idea per ristrutturare lo stadio Franchi, che prevedeva la copertura integrale dell'impianto provvisto di nuove curve vicino al campo. Da lì iniziò la lunga telenovela dello stadio, si passò dall'ipotesi di demolire le sole curve a “o si butta giù tutto o non se ne fa di nulla”, passando per la Mercafir (dove la Fiorentina non presentò offerte per acquistare i terreni) fino ad arrivare all'ipotesi dello stadio a Campi Bisenzio, dove però non è stato mai consegnato uno studio di fattibilità che illustrasse nei fatti quello che ACF avrebbe proposto di costruire. Il 15 gennaio 2021, una nota ufficiale del club comunicava che “Il tema stadio per Fiorentina è chiuso”.
Di chiaro, ad oggi, pare il desiderio che non inizino i lavori di ristrutturazione del Franchi voluti da Palazzo Vecchio. Le dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi lasciano pochi dubbi. Nebulosi, semmai, sono i motivi. Perché dovrebbe essere spiegato, qualora l'idea del 2019 avesse portato a un percorso concreto di ristrutturazione dell'opera di Nervi, come mai in quel caso sarebbe stato sostenibile giocare con capienza limitata e senza pubblico durante i cantieri e invece oggi la situazione che si prospetta è osteggiata. Se si fosse rifatto il Franchi coi soldi di Commisso anziché sfruttando fondi pubblici, sarebbe sceso da Marte un impianto provvisorio da 40.000 posti? O una pioggia di denaro sarebbe caduta dal cielo a coprire i mancati ricavi dalla capienza limitata dai cantieri? Cantieri, è bene ricordarlo, i cui costi sarebbero stati a carico della proprietà.
“Ora immagino - dichiarava Commisso nella nota del 15 gennaio 2021 - che la burocrazia italiana insieme a tutte le realtà che si sono fortemente attivate per evidenziare al Mibact la necessità di salvare il Franchi come Archistar, Fondazioni e Comitati, siano altrettanto rapidi a raccogliere i fondi necessari che occorreranno al Comune per ristrutturare lo stadio. Bisognerà assolutamente evitare che il Franchi possa diventare una struttura abbandonata e cadente nel cuore della bellissima Firenze”. Fine della cronaca.