SEI RISULTATI UTILI E DIFESA SOLIDA: LA FIORENTINA HA NUMERI DA GRANDE, A BRESCIA PERO’ E’ MANCATO IL MORSO DEL LEONE. ALTRA BUFERA SU CHIESA, MA LA STRADA PER DIVENTARE CAMPIONE PASSA ATTRAVERSO IL GOL

23.10.2019 00:00 di  Leonardo Bardazzi   vedi letture
SEI RISULTATI UTILI E DIFESA SOLIDA: LA FIORENTINA HA NUMERI DA GRANDE, A BRESCIA PERO’ E’ MANCATO IL MORSO DEL LEONE. ALTRA BUFERA SU CHIESA, MA LA STRADA PER DIVENTARE CAMPIONE PASSA ATTRAVERSO IL GOL

Di buono c’è il punto preso, la continuità di risultati e il fatto di non prendere gol (per la prima volta in trasferta). Di buono c’è l’ingresso in campo di Sottil, svelto e ficcante su quella fascia tanto da poterlo immaginare titolare in un futuro neppure troppo lontano. Di buono c’è anche la conferma a certi livelli di Castrovilli e la tenuta difensiva di Caceres (25 recuperi!), uno che da quando gioca in viola ha dato solidità e sicurezze tattiche a un reparto che traballava. 

Da quando gioca con la difesa a tre la Fiorentina è imbattuta, ha preso appena 4 gol in sei partite, lasciato la porta inviolata per ben tre volte e messo insieme 12 punti: numeri niente affatto banali che dimostrano l’indiscutibile crescita viola e l’ottima prospettiva di una squadra che merita tutto il grande affetto della sua gente. Detto tutto questo, e sottolineato ancora una volta l’importanza di muovere la classifica anche in serate non esattamente brillanti, il pareggio di lunedì lascia una sensazione di incompiutezza, di occasione persa.

Il Brescia ha corso e rincorso finché ha potuto, ma nell’ultima mezz’ora non ne aveva più. Alla Fiorentina è mancato il morso del leone, quello che non ti lascia scampo proprio quando pensavi di avercela fatta. Mettere Sottil è stata un’ottima intuizione, ma il ritmo è rimasto troppo lento e la squadra ha pensato più a non concedere che a creare. Peccato perché la vittoria era tutt’altro che irraggiungibile e tornare in zona Europa avrebbe ancora di più acceso Firenze in vista della sfida con la Lazio.

Con lo 0-0 ovviamente torna d’attualità la questione punta, ma prima ancora che un centravanti alla Fiorentina stavolta è mancata la capacità di leggere la partita. La consapevolezza di essere superiore nel momento decisivo. Le partite cambiano, in 90 minuti spesso se ne vedono 3-4 completamente diverse tra di loro. Saperle interpretare è roba da grandi squadre, naturale dunque che qualche difetto venga a galla.

La Fiorentina però è ambiziosa e anche per questo è lecito aspettarsela pronta a cogliere qualsiasi occasione, a massimizzare il profitto anche quando le sue stelle non brillano. Ci teniamo comunque stretti i sei risultati utili consecutivi e aspettiamo la prossima: con la Lazio sarà una partita difficilissima e spettacolare. Per chiamarlo scontro diretto è ancora presto, di sicuro sarà un bel modo di cominciare una settimana molto importante per il campionato viola. 

Ps: Vedo che il tifo è in subbuglio per l’ammenda a Chiesa. Le parole di Gasperini dell’anno scorso continuano a far danni, la lente d’ingrandimento arbitrale è puntata sul 25 viola. E l’apripista, in questo senso, è stato proprio il j’accuse pesantissimo e prepotente dell’allenatore dell’Atalanta. Proprio per questo però Fede dovrebbe provare a cambiare atteggiamento. Meno proteste, meno guerre personali, meno egoismi. La caduta nell’azione con Chancellor è stata innaturale, evitando certi atteggiamenti si eviteranno anche gialli e multe salate.

La prossima volta vorremmo tutti vedere un bel dribbling e magari un gol: Chiesa uno come Chancellor se lo deve bere, altro che simulazioni. Di Federico invece si parla quasi esclusivamente per il tira molla dell’estate scorsa, per la Juve, il contratto o i tuffi in area. Tutto questo fa male a lui e fa male alla Fiorentina. Fede oggi è un grande giocatore che studia per diventare campione. Per riuscirci dovrà imparare a gestire gli impulsi, concentrandosi su quello che gli chiede Commisso, che gli chiede Mancini e naturalmente la gente: il gol. La vera è sfida è quella, segnare di più. Soprattutto se Montella insisterà nel farlo giocare centravanti. Il resto sono solo polemiche che agitano i nervi e rendono più difficile l’esplosione definitiva di un predestinato.