PREVISIONI CAMBIATE E GERARCHIE STRAVOLTE: PER LA CHAMPIONS LEAGUE C'È ANCHE LA FIORENTINA. TEMPI MATURI PER IL DEFINITIVO SALTO DI QUALITÀ. CON L'EMPOLI SERVIRÀ L'ATTEGGIAMENTO GIUSTO E UNA MENTALITÀ DA GRANDE

22.10.2023 10:20 di  Luca Cilli  Twitter:    vedi letture
PREVISIONI CAMBIATE E GERARCHIE STRAVOLTE: PER LA CHAMPIONS LEAGUE C'È ANCHE LA FIORENTINA. TEMPI MATURI PER IL DEFINITIVO SALTO DI QUALITÀ. CON L'EMPOLI SERVIRÀ L'ATTEGGIAMENTO GIUSTO E UNA MENTALITÀ DA GRANDE

La Fiorentina riparte da dove aveva lasciato. E cioè dalle quattro vittorie conquistate nelle ultime 5 giornate intervallate dal pareggio di Frosinone, in cui i rimpianti anche a distanza di settimane restano superiori al punto conquistato. I due persi però rappresentano l’unica negatività di un ultimo periodo in cui i profitti sono stati altissimi. La squadra ha guadagnato autostima, nuove consapevolezze e altrettante certezze. In più è riuscita a ritagliarsi uno spazio all’interno dei primi 4 posti in classifica che significano qualificazione alla prossima Champions League. Teoricamente all’inizio della stagione le caselle erano tutte più o meno già assegnate: una al Napoli campione d’Italia, altre due per Milan e Inter mentre per la quarta e ultima il discorso riguardava Juventus, Roma, Lazio e Atalanta. A circa un quarto di campionato la Fiorentina è riuscita sia a stravolgere i sondaggi iniziali e al momento anche a cambiare alcune gerarchie. E’ uscita vincitrice dal confronto diretto in casa del Napoli, è riuscita a battere l’Atalanta e in attesa di nuovi incroci diretti giustamente non si pone alcun limite. Considerate le difficoltà di vario genere di Lazio e Roma, la situazione non idilliaca che si sta creando nel Napoli di Rudi Garcia e una Juventus che continua a non brillare, l’unico limite sarebbe proprio quello di non provare a lottare fino in fondo per un posto in Champions League. Anche a costo di dover fare delle scelte durante il percorso e magari prendere in considerazione la possibilità di “rinunciare” ad una competizione fra Coppa Italia e Conference League per concentrarsi solo ed esclusivamente su un traguardo magari non preventivato ma che strada facendo potrebbe prendere sempre più consistenza.

Affinché questo possa accadere serve costanza, continuità e maturità. E soprattutto compiere quel definitivo salto di qualità – tecnico e mentale – che la Fiorentina ha spesso sfiorato in passato ma che non è mai riuscita a compiere. Al momento le premesse per invertire questa tendenza ci sono tutte: la squadra è forte, ha una sua identità, viene da un percorso iniziato tre anni fa e ha maturato una serie di esperienze anche a livello europeo che hanno arricchito un gruppo che può cercare di spingersi più in là. La sfida all’Empoli è un test che servirà a capire come riuscirà a ripartire dopo la sosta. Sulla carta non c’è partita perché è troppo netta la differenza fra la Fiorentina e i calciatori allenati da Aurelio Andreazzoli. Si potrebbe parlare di una sfida che nasconde insidie (è vero), oppure il solito clichè delle “partite che sono tutte difficili”. Si potrebbe andare avanti all’infinito. Per chi punta in alto invece è proprio l’approccio e il punto di vista che dev’essere differente. Non è presunzione ne mancanza di rispetto nei confronti degli avversari, ma la Fiorentina deve ragionare da squadra top che non guarda in faccia a nessuno. Non deve pensare ai pericoli che possono esserci nello sfidare l’Empoli ma a tramutare in campo e senza indugi quella differenza tecnica che esiste rispetto all’avversario.

Vincente nella testa e brillante in alcuni singoli, perché il segreto di questa Fiorentina sta anche nella crescita esponenziale di alcuni giocatori. Nico Gonzalez senza contrattempi fisici e potendo dunque giocare con continuità sta mettendo in mostra con costanza quei colpi da top player (almeno per il campionato italiano) che lo rendono unico in Serie A. Fa segnare e segna, salta l’uomo con facilità e crea superiorità numerica in mezzo al campo. A proposito di centrocampo: di Bonaventura si è detto di tutto e di più, ed è giusto così perché il centrocampista merita. Ma la vera sorpresa è Arthur. Arrivato con tanti e leciti dubbi dopo annate sprecate e vissute ai margini si è saputo prendere la scena e calarsi perfettamente nella nuova realtà. Ennesimo grande lavoro di Italiano, l’allenatore che valorizza le risorse a sua disposizione e ottiene risultati prestigiosi. Lanciano anche dei giovani molto interessanti come Michael Kayode. Chi deve ancora mostrare il meglio del proprio repertorio è Beltran. Ma come per Nzola, anche per l’attaccante argentino è giusto concedere ulteriore tempo e qualche chance in più. Questa Fiorentina può permettersi di aspettarlo.