PARTITA SPORCA, GRAN SUCCESSO. OTTO VITTORIE NELLE ULTIME NOVE, SETTE CONSECUTIVE IN TOTALE, QUATTRO DI FILA IN SERIE A. SPESSO A MARZO SI PARLAVA GIÀ DI FUTURO…ORA COMANDA SOLO IL PRESENTE: ECCO LA NOVITÀ
La difficoltà di una partita si misura anche dal contesto nella quale si colloca. La Fiorentina era alla fine di un periodo pesante, soprattutto era reduce da una trasferta di coppa più difficile sul piano logistico che tecnico. Il ritorno quasi all’alba di venerdì, soltanto il sabato per riordinare le idee e subito il Lecce, squadra italiana (più organizzata del Sivasspor), in lotta per la salvezza, affamata di punti. In premessa non c’era nulla di facile nella vigilia viola. Aver vinto una sfida così, significa che la Fiorentina sta maturando. Più forte della stanchezza, delle ore trascorse in aereo, dei cambiamenti. Ora è più esperta anche da questo punto di vista.
E’ venuta fuori una partita sporca, come era prevedibile, ma la Fiorentina in questa situazione si è trovata comoda. Ha rischiato pochissimo, una sola parata di Terracciano all’inizio del secondo tempo su Di Francesco e ha creato il minimo sindacale per portare a casa un risultato importantissimo. Il verdetto della sfida non è mai stato in discussione, la manovra avvolgente dei viola ha finito col togliere il fiato ad un Lecce, comunque sempre in partita. I viola sono noni in classifica e poco tempo fa erano scivolati colpevolmente al quindicesimo posto. Hanno recuperato nelle ultime cinque giornate 5 punti al Bologna e 6 al Torino, senza dimenticare che alla 22esima avevano sopra la testa il Monza a 29 e l’Empoli a 27, squadre che ora sono sotto. I viola si trovano a quota 37 insieme a Bologna e Torino, a un punto dall’Udinese, mentre la Juventus, zona Conference, ha 4 punti in più. Ma sui bianconeri c’è una grande nube: vedremo se arriveranno nuove penalizzazioni o se la Uefa li condannerà ad un anno senza Europa. Il quadro è molto fluido.
L’Europa League, dove si trova l’Atalanta, invece dista 8 punti, non proprio un dettaglio. La qualificazione continentale passando dal campionato resta un’’operazione complessa. Ma il dato positivo è che la Fiorentina in poche settimane ha accorciato le distanze, regalandosi una classifica più vicina alle proprie ambizioni estive. Eravamo convinti che la Fiorentina fosse una formazione tra settimo e decimo posto. Lo siamo ancora.
La crescita di uomini come Dodò, Mandragora, Cabral - anche se col Lecce era stanco -, Amrabat, oltre a quella della difesa in blocco, hanno consentito un salto di qualità. Dalla sconfitta con la Juventus a Torino, era il 12 febbraio, sono passate nove partite in totale: la Fiorentina ne ha vinte otto, pareggiando solo nel derby con l’Empoli (1-1). In cinque di queste occasioni i viola non hanno subito reti. La tenuta stagna della retroguardia è stata una spinta notevole per la salute di tutta la squadra.
Sette trionfi sono stati consecutivi, se ci mettiamo dentro anche l’Europa; mentre quattro di fila sono arrivati in campionato. Qualcosa è successo ed ha un buon sapore.
E’ stato un marzo da urlo, ma la bellezza è cominciata, appunto, a metà febbraio. Italiano sostiene che la svolta sia stata Verona, in quei sette giorni che tra Empoli e gialloblu potevano trasformarsi in un vero tormento se le cose fossero andate diversamente. Invece pari con gli azzurri e vittoria perentoria a Verona, utile a scacciare quei retropensieri da bassa classifica. Può darsi che Italiano abbia ragione. Di sicuro la seconda parte della stagione viola ha assunto un profilo migliore: i motivi potrebbero essere essenzialmente due. Primo: gli acquisti nuovi e semi nuovi (tipo Cabral e Ikonè) hanno cominciato a rendere. Secondo: Italiano ha sperimentato sulla propria pelle le criticità di un’esperienza mai provata prima, giocare in Italia e in coppa contemporaneamente. Il dosaggio delle risorse umane, la gestione della pressione. Italiano era all’esordio su questo fronte e dopo un primo impatto certamente ostico, poi se l’è cavata molto bene. L’allenatore viola oggi ha certezze che ad agosto erano sconosciute. Una bella fuga in avanti. Che non può arrestarsi ora, sul più bello.
Italiano ha portato il suo gruppo, nel frangente più importante e delicato del percorso, nello stato psico-fisico ideale. E questo è un merito, un valore che non si può disconoscere.
La sosta servirà per un po’ di riposo e per riordinare la mente. Poi inizierà un frullatore: ad aprile nove gare in meno di un mese.
Pensate a quante volte in passato, di questi tempi, (la stagione scorsa è stata una splendida eccezione) si parlava della Fiorentina del futuro, invece ora tiene banco solo il presente con tre fronti aperti. Questa sì che una vittoria, altro che quella sul Lecce…