OSTAGGI DI UN SISTEMA BASATO SUL POTERE: SIAMO TUTTI BORJA VALERO
La conferenza stampa di Borja Valero, ieri alla vigilia della gara con l'Esbjerg, meriterebbe di essere registrata e mandata in diretta a reti unificate e a ripetizione. Perchè Borja ha parlato da uomo vero, come ha sempre dimostrato di essere anche in campo, e perchè nelle sue parole risuona il rigetto per l'arroganza dell'ingiustizia. Sappiamo sin da ora che né un eventuale sconto sulla squalifica, né tantomeno inedite scuse da parte di Gervasoni arriveranno mai (non è nello stile di questa classe arbitrale fare auto critica, basti osservare il tenore delle dichiarazioni dei due rappresentanti principali, ovvero Nicchi e Braschi) nè basteranno a sbollire la rabbia, ma certamente ancora una volta c'è di che gonfiare il petto di fronte a un rappresentante dei colori viola come il giocatore spagnolo. Uno che, per inciso, ha ricevuto solidarietà da svariate tifoserie italiane.
Perchè la sua difesa è quella di chi, in questo momento, si trova sotto attacco senza un motivo. Borja Valero è una delle migliori espressioni calcistiche di tutta la Serie A e soltanto un sistema cieco e ottuso ("sistema" è il termine che lo stesso spagnolo ha ri-tirato in ballo) può decidere di andare oltre il danno e le beffe con una mano pesante fuori da ogni logica. Persino i precedenti sul fronte delle maxi squalifiche hanno aperto gli occhi alla stampa nazionale (ed è tutto dire...), eppure siamo pressochè certi che in fase di ricorso ci sarà di che sbalordirsi. Stesso dicasi se, come probabile, a questo punto lo spagnolo dovesse essere anche deferito. Chissà perchè, ma ormai contro la Fiorentina c'è da aspettarsi qualsiasi tipo di trattamento.
D'altronde il sistema di cui ha parlato Borja è sempre lo stesso e affonda le sue radici nel tempo. E' il sistema che punì questa squadra a un passo dai quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco. O quello che più o meno dagli inizi degli anni '80 (ma forsa anche da prima) ha costantemente ricacciato la Fiorentina verso zone della classifica più basse di quelle che i viola ambivano. Come quando uno scudetto a inizio anni '80 si smaterializzò tra Cagliari e Catanzaro, o come quando una finale di ritorno di Coppa Uefa fu giocata ad Avellino in presunto, quanto beffardo, campo neutro. O ancora come quando una corsa a due per la Champions fu risolta con opposte interpretazioni tra quanto capitava a chi era vestito di viola e di rossonero soltanto una stagione fa. Persino una delle prime finali di Champions, infondo, vide i viola penalizzati su un rigore. Storie di ieri, di oggi, ahinoi di domani di questo passo.
E' un sistema di potere quello al quale si riferisce Borja Valero, nel quale le uniche certezze sono dettate da chi non deve subire errori. Gli altri si possono accontentare della sorte e della forma attuale dell'intera categoria arbitrale. Unsistema del quale, dopo un anno e mezzo speso in Serie A, anche lo spagnolo si è accorto. Quasi seguendo identico percorso a quello di un Pizarro che ormai da un anno va ripetendo identici concetti. Perchè quando si sbaglia sempre in un'unica direzione significa prima di tutto che non si vuole sbagliare contro chi, il potere, lo detiene. Difficilmente si potrà dimostrare l'esistenza di reali complotti (anche se la storia recente consiglierebbe il contrario) ma certamente è sotto gli occhi di tutti come il più delle volte coloro che detengono potere vengano regolarmente sostenuti da chi invece dovrebbe mostrare solo parzialità. Ma infondo in un paese dove il clientelismo e la soggezione al potere sono da sempre sinonimi di carriera, perchè il mondo del calcio (cioè la terza industria) dovrebbe rappresentare un'eccezione?
Tommaso Loreto - Direttore www.firenzeviola.it