NUMERI IMPIETOSI, MA ITALIANO NON PUÒ ESSERE L'UNICO COLPEVOLE. CASTING ALLENATORE: A GENOVA VOGLIONO RINNOVARE GILARDINO, OCCHIO ALL'ASSE TORINO-MONZA TRA JURIC E PALLADINO

09.04.2024 10:45 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
NUMERI IMPIETOSI, MA ITALIANO NON PUÒ ESSERE L'UNICO COLPEVOLE. CASTING ALLENATORE: A GENOVA VOGLIONO RINNOVARE GILARDINO, OCCHIO ALL'ASSE TORINO-MONZA TRA JURIC E PALLADINO

Che sia stato rispetto, timore reverenziale, o più semplicemente un approccio fin troppo remissivo poco cambia nell’analisi del giorno dopo: la Fiorentina a Torino non ha saputo sfruttare l’opportunità di affrontare una Juventus tutt’altro che irresistibile. Lo conferma un finale di gara nel quale, non appena Nico e compagni hanno premuto il piede sull’acceleratore, i bianconeri hanno seriamente rischiato di farsi riprendere, ringraziando soprattutto Szczesny per la parata salva risultato sul tiro dell’argentino, ma pure l’ennesimo primo tempo regalato senza valide motivazioni.

NUMERI IMPIETOSI E LA SENSAZIONE DELLA FINE DI UN CICLO

Al termine di un ciclo di ferro in campionato dopo il quale il calendario si farà meno ostico i viola non possono far altro che leccarsi le ferite, perché se Italiano non pare convinto da certe valutazioni del dopo gara (ma nemmeno limitare le difficoltà di domenica sera ai primi 20 minuti è una tesi convincente) i numeri del girone di ritorno non lasciano spazio a giustificazioni varie: 10 punti in 11 partite, due sole vittorie con Frosinone e Lazio, 0 punti con le big del nord in sei sfide complessive e un lento quanto inesorabile inabissamento dal quarto posto di gennaio al sedicesimo attualmente occupato nel girone di ritorno (davanti solo a Lecce, Frosinone, Sassuolo e Salernitana). Comunque la si pensi, e sotto qualsiasi profilo si decida di analizzare il momento, pare lampante come il valore aggiunto dello spirito e del carattere che l’allenatore aveva infuso al gruppo sia venuto meno, almeno in un campionato tutt’altro che competitivo. Che la squadra risenta delle dichiarazioni di Italiano che hanno sostanzialmente anticipato il suo addio, o della dolorosa perdita di un punto di riferimento come poteva essere il dg Barone, o ancora di un sostegno dal mercato mai realmente arrivato tutto pare acclarato, fatto sta che rispetto alle precedenti stagioni stavolta la fine del ciclo Italiano sembra ormai ineluttabile.

ITALIANO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI, MA IL MERCATO QUANDO MAI L’HA AIUTATO?

Si potrà eccepire che il tecnico in primis ha messo del suo nel calo vistoso degli ultimi 4 mesi, tra dichiarazioni poco tempiste, letture e formazioni discutibili ed errori che tendono a ripetersi, ma mentre sono soprattutto i calciatori a far credere di aver già effettuato una scelta (anche inconscia) tra il cammino in campionato e quello nelle coppe, basterebbe rileggere le scelte sul mercato dopo la cessione di Vlahovic, ultimo centravanti in grado di segnare con continuità a dispetto delle eventuali problematiche legate al gioco del tecnico, per rendersi conto di come dal club non siano arrivati grandi sostegni. Contando che sulle corsie esterne né Ikonè né Brekalo né tantomeno Sottil hanno garantito gol o assist, tanto da spingere l’allenatore a rilanciare un Kouamè tutt’altro che infallibile, i vari Piatek, Cabral, Jovic, Nzola e Beltran (impiegato poi da trequartista ma acquistato come punta) non hanno certo favorito il lavoro del tecnico, mentre lo score di Belotti (1 solo gol in 12 gare) è stato stigmatizzato persino da Pradè. Quanto a Nico, uno dei tre potenziali leader che a turno hanno rallentato il passo, dei 10 gol in 32 presenze complessive soltanto 1 è arrivato dal 28 gennaio scorso, quando in 10 partite di campionato l’argentino è rientrato dall’infortunio al cospetto dell’Inter. Pochissimo. Italiano avrà perso il tocco magico che aveva spinto la squadra a ritrovare l’Europa al suo primo anno, o ad arrivare in due finali l’anno scorso, o infine a issarsi al quarto posto dopo il girone d’andata, ma di certo le competenze impiegate sul mercato non hanno garantito i risultati che si osservano altrove.

IL POKER DI NOMI NELL’OTTICA VIOLA E L’ASSE TORINO-MONZA CON JURIC E PALLADINO IN BALLO

Detto che ancora molti dei giudizi attuali possono essere rivisti, tanto più se nelle coppe i viola riuscissero a tener fede ai pronostici che in Conference preannunciano un cammino non impervio fino alla finale di Atene mentre in Coppa Italia si ripartirà dall’uno a zero sull’Atalanta, e ancor di più se da qui al termine del campionato la Fiorentina riuscisse a mantenere i favori della carta di fronte ad avversarie di diverso valore rispetto alle ultime sfide, è chiaro che molta della sfiducia attuale espressa dalla piazza (nel presente e nel futuro) è legata alle incertezze che solo il presidente Commisso può fugare. Sotto questo profilo il casting per il nuovo allenatore che prosegue ininterrotto qualcosa racconta, anche se non spiega del tutto cosa la Fiorentina si aspetta dal proprio futuro. Sul poker di nomi in ballo (Palladino, Gilardino, Aquilani e De Rossi) un po’ tutti si stanno esprimendo con preferenze ondivaghe, ma intanto a Genova si punta a offrire il rinnovo a Gila, in arrivo da avversario lunedì prossimo a Frenze, mentre i rumors sull’asse Torino-Monza (secondo i quali Juric e Palladino potrebbero scambiarsi i ruoli) anticipano un’estate contraddistinta dal valzer delle panchine, e anche se al momento è giustificabile la difficoltà della società nell’individuare un futuro riassetto solido in tempi brevi, il rischio di trovarsi obbligati a scegliere solo in base a cosa resterà sul mercato si fa ogni giorno che passa sempre più che concreto.