ILICIC: CEDERLO SAREBBE UN FALLIMENTO. OCCHIO A PASQUAL: RINNOVO SEMPRE PIÙ A RISCHIO. UN PLAUSO A MINELLI
Ha fatto bene Pradè, qualche giorno fa, a sottolineare come la Fiorentina, in questo momento, non abbia alcuna intenzione di rigettarsi sul mercato in entrata. Non ne esiste la necessità, a detta del ds viola, ma soprattutto urge riuscire a valorizzare fin da subito tutto il patrimonio che una rosa di 33 elementi (34 da inizio dicembre col rientro di Rossi dagli USA) non è riuscita fino ad oggi ad esprimere, tra infortuni, acciacchi e scelte poco fortunate da parte di Montella. In realtà il discorso è vero fino a un certo punto. Perché se è appurato che vendere, o anche solo dare in prestito, un giocatore come Ilicic risulterebbe di fatto una sconfitta annunciata da un punto di vista delle scelte tecniche (il Napoli è seriamente in agguato sul tre-quartista sloveno), è anche vero che il rischio di dover perdere per quasi un mese a gennaio Babacar per la Coppa d'Africa (ammesso e non concesso che in Guinea si giochi) potrebbe rappresentare una grana inaspettata per i viola, che oltre ad un Gomez ancora tutto da ritrovare, ma che ieri in sala stampa ha lanciato ottimi segnali dopo quelli sul campo, e ad un Pepito in grande forse si potrebbero improvvisamente ritrovare decimati in attacco. Ecco che allora non sono casuali i nomi di Pazzini e Giovinco accostati alla Fiorentina, così come quello di Marco Borriello, vecchio pallino di Pradè in passato già vicino ai viola.
Ma la Fiorentina si farà trovare attiva, nel corso dell'inverso, soprattutto per quanto riguarda il discorso relativo alle uscite: Iakovenko ed El Hamdaoui molto probabilmente rescinderanno a stretto giro di posta, così come già sul piede di partenza c'è già Kenneth Zohore, tornato in settimana a Firenze ma già con le valige pronte (destinazione, stavolta, un'italiana verosimilmente di B: lo Spezia?). In mezzo un ampio parco di esuberi, capitanati da Andrea Lazzari e Joaquin che con le loro cessioni potrebbero garantire denaro fresco da investire su un pezzo pregiato a centrocampo già nel mese di gennaio (il discorso relativo a Fernando è sempre molto caldo). Occhio infine a capitan Manuel Pasqual: il ko subito dal numero 23 è più grave di quello che si pensava e costringerà il terzino a tornare in campo solo nel 2015. Com'è ormai noto, il rinnovo di contratto di Pasqual dipende esclusivamente dalle sue presenze in campo (alla ventesima presenza da almeno 45 minuti tra campionato e coppe il suo accordo coi viola verrà prolungato di un altro anno) e ad oggi il capitano è riuscito a collezionare appena sette presenze utili per il rinnovo. Un amaro score per il giocatore, che nell'amarezza per il ko subìto ha già iniziato (legittimamente) a guardarsi intorno.
Chiusura doverosa sul settore giovanile della Fiorentina, che dopo aver fatto ammirare alla Serie A talenti come Babacar e Bernardeschi, sta facendo salire agli onori della cronaca altri interessantissimi protagonisti. La scena della settimana, in questo giro, se l'è presa Simone Minelli, capitano dell'Under 18 italiana allenata dall'ex viola Paolo Vanoli che anche ieri è andato in gol nell'amichevole vinta dagli azzurrini sulla Croazia per 3-1, dopo gli ottimi test dei mesi scorsi in cui il giovane bomber era già andato in rete (da incorniciare il gol contro i pari età dell'Inghilterra a fine settembre sotto gli occhi di Antonio Conte). E' calciatori di questo tipo che la Fiorentina, grazie all'attento lavoro di Macìa e dei suoi collaboratori, ha intenzione di forgiare di anno in anno. E la strada intrapresa è assolutamente quella giusta.