IL CONTRATTO DI CORVINO E GLI STRANI RINVII

Se i personaggi del mondo del calcio fossero degli yogurt nessuno aspetterebbe il termine ultimo del loro contratto per un eventuale rinnovo. Il processo d’invecchiamento in questo caso peggiora il prodotto. E su questo non ci piove. Il tema è decisamente complesso e non esiste una regola sulla migliore strategia da adottare. Ci sono società che hanno tenuto sulle spine i propri giocatori fino ad aprile per stimolarli a rendere al massimo. Il rischio calcolato è quello di perdere il proprio tesserato senza guadagnarci un euro. Con certi giocatori è meglio non correre rischi con i dirigenti il discorso è molto diverso. Prendiamo ad esempio il caso del contratto di Corvino. Ci sfuggono i motivi che spingono i Della Valle a non interrompere questa telenovela. Se Corvino non rientra più nelle piani societari è bene correre al riparo subito visto che a gennaio si riapre il mercato, se invece, come dice Mencucci, non esistono problemi perché rimandare? Per tenere vive delle chiacchiere da bar che possono soltanto destabilizzare ulteriormente l’ambiente? Esiste un’altra ipotesi da prendere in considerazione ed è la seguente: siamo sicuri che Pantaleo abbia voglia di continuare a lavorare per una società che diciamolo chiaramente, non è proprio attivissima sul fronte investimenti? Le voci che si sono rincorse in questi giorni su un interessamento dell’Inter e del Napoli, insospettiscono in questo senso. E’ talmente inverosimile la possibilità che Corvino possa accasarsi ai nerazzurri che viene da pensare che qualcuno abbia messo in giro ad arte questa voce per stanare chi sta veramente bluffando. Il giochetto però è poco divertente soprattutto agli occhi uno spogliatoio indisciplinato che ha bisogno di punti di riferimento.
Laura Bandinelli
giornalista de La Stampa
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