IL CAMPIONATO COMINCIA ORA. DIMENTICARE ROMA: LA PRIORITÀ. LE VOCI SU SOUSA: VANNO FERMATE. PRIMA L’EUROPA POI IL FUTURO. SCEGLIERE TRA PARTECIPARE O VINCERE
Dieci giornate alla fine, ora comincia il bello. Conta questi 30 punti in palio e certamente conta anche il tesoretto di classifica che un club ha saputo costruire. E’ un campionato anomalo, resterà tale fino al termine: i traguardi si conquisteranno sul filo di un equilibrio incredibile, vantaggi e svantaggi, di qualsiasi natura, peseranno alla fine in modo determinante. E’ un frangente in cui gli allenatori dovranno fare gli allenatori, i giocatori il loro dovere e le società non dovranno chiudere gli occhi, su niente. Speriamo che i dirigenti viola scelgano di stare sempre svegli e attenti, alla luce anche degli ultimi episodi verificatisi e che hanno fortemente penalizzato la Fiorentina.
Sousa più che ai moduli dovrà pensare al camice bianco, quello da psicologo: lo spogliatoio ha bisogno di una terapia di gruppo dopo le bastonate di Roma. Preoccupano, infatti, le parole del portoghese in sala stampa all’Olimpico: “Speriamo che questa sconfitta non lasci traumi…”. Concetto ripetuto ben due volte e questo dovrebbe far riflettere un po’… Il rischio nel calcio è di non digerire mazzate così. La Fiorentina è andata vicina a subire una goleada di dimensioni ben più grandi: sopraffatta nel gioco, nell’intensità e nella personalità. Vero, la Roma era nettamente più forte, ma i viola non hanno combinato niente di buono, ostacolati pure da una arbitro che ha sbagliato tutti gli episodi decisivi. Sousa ha fatto bene, dopo un tour de force, a dare tre giorni di riposo ai suoi uomini: da martedì dovrà riprendere in mano la squadra e scuoterla, facendole capire che niente è perduto. Il calendario, seppur per un pensiero molto teorico, è abbordabile: i viola dovranno spingere sul gas anche perché purtroppo non avranno più impegni, dopo essere volati fuori dalle coppe.
Per la Fiorentina arrivare in Europa, qualunque essa sia, è determinante per la prossima stagione. Restare in una competizione continentale significa godere di visibilità internazionale, oltre alla possibilità di aumentare i propri introiti. La società viola nel 2014-15, secondo dati ufficiali pubblicati recentemente, ha portato a casa per la parte marketing e merchandising solo 11 milioni. Il Milan, per dare un ordine di grandezza, più di 80. Se la Fiorentina vuole crescere deve pensare ad aumentare gli introiti e l’Europa può aiutare in questo. Magari anche a trovare un main sponsor. Fino ad oggi non c’è traccia.
Intanto, ma questo era da prevedere, il calcio mercato ha cominciato a soffiare su Sousa: dal Barcellona allo Zenit. Tanto per fare due nomi in voga. Niente di nuovo: Sousa sta facendo bene in Italia, ha un profilo internazionale, è un tecnico rampante. Il portoghese ha ancora un anno di contratto più un’opzione per il successivo. La sua storia racconta che è abituato a cambiare spesso panchina e pure a dare le dimissioni, esercizio pressoché sconosciuto dai suoi colleghi italiani. La società deve entrare subito a gamba tesa sulle voci, superando anche quelle frizioni che a gennaio avevano minato il rapporto tra Sousa e la proprietà. Con le indiscrezioni devi saper convivere, ma se puoi lanciare messaggi di serenità e coesione tanto meglio. C’è un obiettivo come la Champions ancora vivo, perderlo per queste ragione sarebbe delittuoso.
A giugno, poi, i Della Valle potranno tirare tutte le somme del caso, ma non dovranno dimenticare di scegliere quale strategia seguire: ogni filosofia è legittima, partendo dai bilanci a posto come lo sono sempre stati dal loro avvento nel 2002 a Firenze. Il calcio, però, si può declinare in tanti modi, importante poi è spiegarlo bene a chi lo alimenta con una passione senza limiti. La società viola dovrà scegliere fra partecipare, come ha fatto sempre e bene fino ad ora, o vincere. Lasciamo stare Amleto, il dilemma però è questo…