I PIANI FUTURI DI ITALIANO CON UN TOP MANAGER COME RAMADANI. A FIRENZE STA BENISSIMO E VUOLE L’EUROPA. SERVONO I PROGRAMMI. IL NUOVO STEMMA CONTESTATO, MA ALLA MAGGIORANZA PIACE
La grande stagione della Fiorentina ha un nome e cognome: Vincenzo Italiano. Se in classifica ci sono diciassette punti in più, come abbiamo sottolineato mille volte, il merito è soprattutto dell’allenatore che ha portato gioco, idee, ambizione, energia e cultura del lavoro. La Fiorentina è stata brava a sceglierlo, ma lui è stato bravissimo perché non era scontato confermarsi in una piazza difficile come Firenze, nel passato altri allenatori in condizioni simili hanno mostrato i loro limiti.
Italiano no, dopo le promozioni a Trapani e La Spezia, una salvezza straordinaria, sta crescendo ancora, è sulla strada per diventare un allenatore di prima fascia e i riflettori di tante società sul suo lavoro sono accesi da tempo. E’ in carriera, se possiamo sintetizzare così quello che sta accadendo.
Ho scritto questo prologo non per essere celebrativo (mi conoscete), caso mai per ripassare la storia recente, e per cercare di spiegare e spiegarmi una scelta sorprendente ai più: Italiano ha un nuovo manager e non uno qualsiasi, ma Fali Ramadani come rivelato martedì scorso da Sara Meini.
Perché Ramadani? Cosa significa per la Fiorentina? E adesso che succede?
Tutte domande che da ieri circolano con i commenti più disparati.
A costo di essere banale e forse poco lungimirante, io non ci vedo niente di strano o di allarmante. Per me è soltanto un momento di crescita professionale di un allenatore ambizioso, che si sta affermando e allarga gli orizzonti della sua carriera.
Italiano era rappresentato da un avvocato che l’ha seguito fino a poche settimane fa e continuerà a seguirlo come avvocato appunto, ma aveva bisogno di un manager calcistico perché adesso Italiano, già allenando la Fiorentina, è diventato uno dei protagonisti del grande calcio e come tale deve organizzare il suo lavoro.
E la scelta di Ramadani si inquadra perfettamente con il carattere dell’allenatore e le sue ambizioni: fare sempre il meglio, puntare sempre al massimo. E’ quello che dice e chiede tutti i giorni ai giocatori in allenamento ed è anche la molla che, evidentemente, ispira le sue decisioni.
E qui vengo subito al dunque e alle preoccupazioni manifestate a caldo da diversi tifosi: non la vedo come una mossa che lo allontana dalla Fiorentina.
In primis perché Ramadani è un procuratore che ha un buon rapporto con questa proprietà e con questi dirigenti e da sempre conosce Firenze e la Fiorentina, le dinamiche della piazza.
In seconda battuta, se ci pensate bene, era anomalo che Italiano non avesse un manager e averlo, come detto, è da leggere come una fase della sua crescita professionale che è evidente, sotto gli occhi di tutti. Indiscutibile.
Anzi, dirò di più. Ramadani è qualcosa che può consolidare il rapporto e aiutare anche la Fiorentina nella sua crescita. Sarà controparte per il contratto, ma con tutti i giocatori che ha in procura potrebbe anche aiutare a centrare eventuali obiettivi proprio per accontentare il suo allenatore…Sono scenari.
Comunque la novità deve far riflettere anche la Fiorentina. Le ambizioni dell’allenatore devono andare di pari passo con quelle della società: ora è tutto chiaro.
E nessuno può pensare di essere tutelato da un contratto da un milione di euro che scade nel 2023 con opzione per un altro anno. I contratti con gli allenatori non vanno fatti a vita come dice qualche ingenuo, sono solo carta straccia e se un tecnico decide di andar via non lo può costringere nessuno a stare in panchina, al massimo lo puoi pagare per stare fermo.
Intanto però per spazzare via le solite voci, Italiano sta benissimo a Firenze.
Diciamolo forte e chiaro. Ha confidato ad amici e conoscenti di essere in un posto fantastico per fare calcio, con la passione e il calore di una volta e una società che lo mette nelle condizioni giuste per lavorare. Le gratificazioni che sta ricevendo fanno di lui un allenatore felice. Ha un carattere che si rispecchia molto nella gente di Firenze. Ora nel suo percorso professionale c’è fortemente la Fiorentina, l’ambizione è quella di crescere ancora, magari provare a vincere qualcosa.
E se i contratti non vincolano, l’unico modo per tenere Italiano a Firenze il più possibile, è quello di fare assieme a lui un piano di lavoro, un progetto di crescita economica e tecnica.
Risulta però che fino a ieri, stando a indiscrezioni, non ci sia stato alcun contatto fra la dirigenza e l’allenatore per parlare del suo presente, del futuro, ma anche delle idee da mettere in pratica nel piano di rafforzamento. Siamo ad aprile, forse qualche segnale sarebbe meglio darlo perché sarebbe davvero riduttivo pensare “tanto Italiano ha un contratto”.
Di sicuro i programmi saranno fatti, Rocco è ambizioso come e più di Italiano, ma aprile sta arrivando e i tempi sono maturi per gettare nuove basi. Ramadani serve anche a questo, sarà uno stimolo anche per la società.
E’ chiaro poi che per Italiano prendere Ramadani vuol dire anche avere al suo fianco un procuratore che ha ramificazioni ovunque, che ha portato Sarri al Chelsea prima e alla Juve poi, tanto per stare nel nostro ambito italico. E questo la Fiorentina non deve sottovalutarlo.
Concludendo l’analisi: Italiano vuole crescere e se la Fiorentina lo vuole a lungo sulla panchina viola deve crescere assieme a lui.
Quando vi dicevo, mesi fa, che Italiano per me assomiglia molto a Conte, anzi, per me è un mix fra Conte e Sacchi, c’era dentro anche questo: porsi sempre degli obiettivi più alti.
Ovunque sia stato, Conte è diventato anche uno stimolo per la società e quando qualcuno non ha assecondato la sua crescita (ricordate le dimissioni dalla Juve?) se n’è andato. Anche Italiano ha lasciato lo Spezia perché non era più in sintonia con i programmi della società e non per la Fiorentina. La Viola s’è semplicemente inserita nel suo scontento professionale.
Non è il nostro caso, ovvio. L’ho già scritto. Non è vero, come teme qualcuno, che Italiano abbia preso Ramadani per andar via. Non sono queste le sue intenzioni, nella maniera più assoluta. Come ho detto e mi ripeto, è un momento obbligato di un percorso di crescita che se interpretato nel modo giusto potrà servire a tutto l’ambiente.
A proposito di ambiente, come era facilmente prevedibile, il nuovo stemma sta alimentando le discussioni. Alcuni gruppi organizzati hanno manifestato pubblicamente il loro disaccordo, come tutte le opinioni sono rispettabili anche queste e se civili aiutano a crescere. Per quel che conta, la mia è positiva. Intanto perché nella ricerca della modernità s’è tenuto conto della storia e di vecchi stemmi che quella storia l’hanno onorata. Futuro con le radici nel passato, potrebbe essere uno slogan. Anche il sondaggio di “FirenzeViola” ha sancito la netta vittoria dei favorevoli. Capisco però l’amarezza di Rocco che da americano fatica a comprendere certe dinamiche e a maggior ragione le contestazioni. Il cambio del logo è anche marketing. L’hanno ridisegnato negli ultimi anni tante grandi società calcistiche, proprio per dare maggior appeal e immediatezza all’immagine, per farne un veicolo commerciale.
E allora se il nuovo logo contribuirà a vendere più magliette, aumenterà l’attenzione commerciale, ben venga. Se la Fiorentina alza il fatturato sarà più facile comprare un giocatore in più. Oggi il calcio è anche questo.
E domenica come sarà?
L’Empoli non vince da dicembre, ma è una squadra scivolosa, gioca bene e non molla mai. La Fiorentina ha l’Europa nel mirino, l’allenatore ha fatto il lavaggio del cervello alla squadra, tutti ci credono fortemente e allora, pur rispettando l’Empoli, servono i tre punti. Chi giocherà? Dovremmo vedere Cabral centroavanti e Ikonè sulla destra dal primo minuto. Bonaventura non sembra farcela. I dubbi sono sui nazionali che Italiano non ama mettere in campo dopo dieci giorni senza allenamenti con il gruppo. Questa volta però molti sono già rientrati, oggi saranno tutti in gruppo ad eccezione di Amrabat, e la valutazione sulle condizioni fisiche sarà più facile. Torreira in regia e forse Nico Gonzalez a sinistra dovrebbero esserci. Provo la formazione anche se è solo mercoledì sera. Terracciano in porta, difesa con Odriozola, Milenkovic, Igor e Biraghi. In mezzo Castrovilli, Torreira e Maleh. Davanti Ikonè, Cabral e Gonzalez.