DAY AFTER: FIRENZE ANCORA PIÙ BELLA. CON PAZIENZA LA FIORENTINA CRESCE. MONTELLA, IL CORAGGIO DELLE IDEE. RIBELEADER, UN ESEMPIO DI CALCIO. BRILLA LA STELLA DI CASTROVILLI
Questo sabato dal forte senso di appartenenza, dal ritrovato spirito comune - con la Fiorentina rimessa al centro del villaggio - e anche dal bel calcio espresso dai viola, non può essere archiviato come un giorno qualsiasi. A mente fredda ripensarci aiuta a capire quanto la Firenze di parte viola sia bellissima: il Franchi è tornato ad essere un catino di entusiasmo, i tifosi hanno rispolverato una creatività unica che ha sempre contraddistinto le coreografie storiche della Fiesole. Anche questa ha contribuito all’apnea degli spettatori, forte è stata l’emozione. L’accompagnamento alla squadra è stato totale, nel segno del tifo vero, intelligente, pronto a non raccogliere le provocazioni che arrivavano dal settore ospiti. C’era un occhio di bue puntato sui tifosi viola, sarebbe stata sufficiente la minima scivolata per scatenare il solito can can mediatico, invece la risposta della gente è stata perfetta. Le cose belle vanno sottolineate come quelle brutte, altrimenti c’è qualcosa che non funziona. Ma non deve neppure esserci meraviglia perché Firenze è questa.
Qui è facile fare calcio, alla faccia di chi ha sempre pensato il contrario. Forse anche per costruirsi alibi di pasta frolla di fronte ad errori di mercato o più in generale di gestione societaria. E’ facile fare calcio perché la Fiorentina non è una semplice squadra, ma un fatto culturale e di tradizione popolare, conficcata nel tessuto della città. Non da ora, ma da sempre. E andare d’accordo con chi la ama è altrettanto agevole, basta muoversi verso la passione dei tifosi, condividendo pensieri e stati d’animo, e non respingerli. “Mi hanno detto che un presidente non va mai coi tifosi ma io a New York faccio sempre così. Mi dicono di non andare a parlare coi tifosi, ma che sono queste cose? Io non sono un padrone, sono un fan”. Queste sono state le prime parole di Rocco Commisso appena sbarcato il 6 giugno scorso al Vespucci. Ora è chiaro a tutti perché sia nata questa saldatura tra Firenze e il suo nuovo presidente. Il clima è cambiato perché l’aria è diversa.
Tutto questo non è sufficiente per fare punti, ma è comunque un modo per andare a conquistarli. Con la Juventus la Fiorentina si è rimessa in moto, avrebbe strameritato la vittoria, ma il pallone talvolta rotola nella direzione sbagliata. Il rammarico è non aver approfittato fino in fondo di una Juve a pezzi, ma i viola ci hanno provato, producendo un calcio bello e con alcune occasioni da gol. E se la Juve si è mostrata così vulnerabile e anche perché la Fiorentina l’ha messa in grande difficoltà.
Montella ha avuto il coraggio delle idee, passando alla difesa a tre e disorientando la già disorientata difesa bianconera con il tandem Ribery-Chiesa. Senza centravanti, ma con la densità in mezzo al campo e le fasce presidiate.
Abbiamo visto un seme nelle decisioni di Montella - in attesa di Pedro -, speriamo che adesso la Fiorentina sbocci e cresca alla svelta. Per mano l’ha presa Franck, già capobranco, non a caso l’abbiamo soprannominato “Ribeleader”. L’aspetto positivo è come il gruppo si sia fatto prendere per mano, tutti hanno seguito il campione transalpino. Altro che pensione dorata - definizione dei maligni in servizio permanente effettivo -, Ribery è venuto a Firenze per fare molto sul serio.
Lui è un vero esempio di calcio, come va letto, interpretato e alla fine giocato.
Castrovilli ha illuminato con la sua luce un pomeriggio fantastico. Il ragazzo gioca a testa alta, ecco il paragone che Montella, forzando un po’ il concetto, ha voluto fare con Antognoni. Magari ricorda più un mezz’ala a tutto campo, come erano i numeri otto di un tempo, che un dieci come Giancarlo, ma poco importa. Castrovilli dopo solo tre gare in A è già entrato nel cuore dei fiorentini e nel taccuino di Mancini per l’Italia. Sembra avere prospettive profonde per la realizzazione di una grande carriera. La sensazione è di aver visto nascere una stella. In questa Fiorentina che prova a trovare la propria dimensione c’è anche lui, un giocatore già importante. Con un po’ di pazienza il lavoro di questi mesi emergerà. Si tratta solo di dar fiducia alla nuova Fiorentina di Rocco.