GIOCATORI, NESSUNO CHIEDE L'AUMENTO?
Benvenuti nel meraviglioso mondo di Delio Rossi. Un mondo fatto di regole, allenamenti intensi, tatticismi e nuovo entusiasmo. La ricetta perfetta per rimettere in sesto una Fiorentina decaduta. In primis un regolamento interno, riveduto e corretto ad arte. Una sorta di vademecum del buon calciatore, con tanto di orari da rispettare e comportamenti da tenere fuori e dentro il contesto sportivo. Tutto chiaro, addirittura lampante. Almeno per questa prima settimana e mezzo.
Risolto il problema disciplinare il buon Delio si è subito dedicato alle questioni di campo. Abnegazione al lavoro, spirito di sacrificio e tanto sudore. Come mai si era visto negli ultimi mesi. Sotto con la pressa e avanti di corsa, per evitare di presentare in campo la solita vecchia Fiorentina spompata. Tanto per intendersi, quella di Mihajlovic. Buona per la prima mezz'ora e praticamente inesistente per tutto il resto dell'incontro. Un dettaglio di non poco conto visti i prossimi impegni, proibitivi sulla carta, e le grandi aspettative dei tifosi.
Una volta trovata la condizione ottimale verrà poi il momento di dare una quadratura alla squadra. Sistemando gli interpreti nei ruoli giusti e assegnando loro compiti precisi. In sostanza rendere il gioco viola armonico e organizzato, cercando di limitare quell'arte dell'improvvisazione, molto in voga a Firenze da oltre un anno.
In tal senso, una visione del 'calcio pensato' molto simile a quella di prandelliana memoria. Così vicina all'ex allenatore viola da ricalcarne anche gli aspetti più pratici. Quindi la capacità di scegliere senza lasciarsi condizionare dagli eventi e di mettere sempre in primo piano il bene della squadra, piuttosto che le esigenze dei singoli. Un segnale diretto a tutti coloro che da troppo tempo giocano al di sotto delle proprie possibilità o che, peggio ancora, sembrano aver dimenticato il significato di professionalità.
Personaggi, quest'ultimi, che con l'arrivo di Delio Rossi a Firenze saranno chiamati a prendere una decisione: giocare impegnandosi, o continuare su questa strada e non giocare. Tra questi poi spiccano ovviamente i nomi di coloro che, per blasone e stipendio, avrebbero dovuto essere le colonne portanti dello spogliatoio. Ovvero Gilardino, Vargas e Montolivo, il trio dei dispersi viola inghiottiti nel baratro della mediocrità. Annoiati, fischiati, tristi, involuti e vogliosi di cambiare aria. Tutte motivazioni, in linea teorica, più che valide, posto che all'apertura del mercato mancano ancora due mesi e la strada per 'altrove' è da sempre lastricata di imprevisti.
Ecco allora che l'indisponente Vargas e i suoi chili di troppo – un problema ingombrante anche per la stessa società – non saranno più tollerati. Basta dunque con le frasi ad effetto rilasciate da oltre oceano e basta con le prestazioni impalpabili. Non fosse altro che per rendere la vita a Corvino più semplice in sede di mercato, qualora il suo desiderio fosse quello di lasciare Firenze. Chi infatti, ad oggi, sarebbe disposto ad investire sul peruviano? La risposta è nessuno, quantomeno per la cifra ingente - circa quindici milioni – chiesta dalla Fiorentina.
Altro giro, altra corsa e arriviamo ad Alberto Gilardino. Il bomber non bomber. Un tempo flagellatore di portieri e temuto frequentatore delle aree di rigore avversarie, finito nell'anonimato del prepensionamento e snobbato addirittura in chiave Nazionale dal vecchio mentore Cesare. Un destino amaro per l'attaccante biellese, che negli ultimi due anni è andato di pari passo con l'andamento della sua Fiorentina. Lento. Da ora in avanti, come per Vargas e più di Vargas, l'auspicio è che l'avvento di Rossi sia foriero di buone nuove anche per il Gila. Oltretutto perché a breve – nel mese di dicembre – è già in programma un incontro con la società per ridiscutere i termini del prolungamento. E stando alle attuali prestazioni sembra impensabile riuscire a strappare il tanto agognato aumento di stipendio.
In ultimo non resta che Montolivo. Il grande punto interrogativo della Fiorentina. Modesto in campo, sia con la maglia viola che in azzurro, ma sempre e comunque imprescindibile. Una condizione da privilegiato che presto, in caso di assenza di segnali positivi, potrebbe drasticamente cambiare. A Firenze il rapporto con la città è ormai compromesso e difficilmente recuperabile, mentre quello con Rossi deve ancora instaurarsi. Motivo in più per dare da subito la sensazione di avere a cuore la maglia viola, le sorti della Fiorentina e inoltre per non correre il rischio di dover assistere alle partite da spettatore non pagante. Condizione che metterebbe a rischio anche la stessa maglia da titolare ai prossimi Europei.
Benvenuti dunque sul lato oscuro della Viola. Quello delle situazioni limite in grado di determinare nel bene e nel male la stagione della Fiorentina. Ma con essa anche il futuro dei giocatori in questione. Legati a doppio filo – fino al termine del contratto – alla maglia viola e ai risultati della squadra. Attraverso i quali, loro per primi, verranno giudicati e valutati. A prescindere dalla permanenza o meno a Firenze nel prossimo futuro.
Cristiano Puccetti
direttore sport Lady Radio e Quotidiano Viola