DA 'SEMO TUTTI PARRUCCHIERI’ A TI POSSA VENIRE IL CANCRO
Ancora una sfida tra Fiorentina e Roma. Ancora un lunedì, a distanza di 21 anni, allora erano i giallorossi ad essere in corsa per lo scudetto, oggi è la Fiorentina che cerca di non perdere le residue speranze di coronare una stagione molto buona con il meritato ritorno in Europa, allora Batistuta, ormai giallorosso, tornava nel suo vecchio stadio, oggi c’è la sfida tra due delle proprietà americane e più ricche della serie A.
Dicevamo di quel 9 aprile 2001: a Firenze le autorità temevano un’invasione ingestibile di tifosi giallorossi, che poi ci fu, e in perfetto stile italiano, d’accordo col prefetto capitolino Achille Serra che anch’egli alzava le mani al cielo ammettendo di non riuscire a far rispettare la legge impedendo ai tifosi senza biglietto di partire da Roma, si trovò il mezzuccio di procrastinare il match al lunedì, in Italia si sa che non potendo intervenire si rimanda.
I tifosi giallorossi, pur ignorando ogni divieto, trovarono il modo di farlo in maniera arguta e ironica e invasero il Franchi al suono di uno slogan che rimane nella memoria e fa sorridere tuttora: ‘ Semo tutti parrucchieri’, recitava il lenzuolo degli ospiti alludendo al lunedì consueto giorno di chiusura dei parrucchieri.Erano quelli i tempi del celeberrimo ‘ Giulietta è ‘na zoccola’ ( in realtà datato anni ’80) sciorinato dai napoletani sul muso dei veronesi che per parte loro inneggiavano, stolidi come fanno oggi, ad un’eruzione del Vesuvio o a temi apertamenti razzisti.
E ancora, come non ricordare il genio fiorentino che spuntando all’orizzonte la vicenda Calciopoli commentava con un ‘ Moggi da te un me l’aspettavo'?’ Insomma ironia e intelligenza erano al potere, anche nello sfottò, eppure già a quei tempi l’atmosfera nel calcio era tutt’altro che serena, tanto che immaginiamo come se fosse vivo Karl Marx , direbbe che non già più solo la religione, ma anche il calcio è l’oppio dei popoli.
Passati i lustri, nell’epoca contemporanea dominata dai social network, si è arrivati, ed è cronaca di questi giorni, ad attaccare un proprio giocatore, anzi la di lui fidanzata, augurando il cancro, tutto a causa di una prestazione più o meno brillante, è il caso del viola Lorenzo Venuti.
Dopo 20 anni, lo scadimento morale e intellettuale è evidente ed è normale pensare a quel che disse Umberto Eco sulle ‘ legioni di imbecilli che hanno coi social diritto di parola quanto un premio Nobel, quando prima al massimo parlavano al bar dopo un bicchiere di vino ed erano messi subito a tacere’.
Un tempo, invero piuttosto antico, il pubblico del calcio era detto degli ‘ sportivi’, solo qualche volta, quando si voleva significare spettatori particolarmente caldi, si aggiungeva l’aggettivo ‘ tifosi’. Poi l’aggettivo divenne sostantivo, un sostantivo che ha nella sua radice etimologica il senso di malattia, il tifo appunto.
E non ci fu più limite al peggio: tra tifosi ex sportivi, commentatori e giornalisti si cominciò a fare a gara a chi la sparava o la faceva più grossa, per accreditarsi agli occhi altrui come ‘ più tifoso’ e invece di vergognarsene ci se ne vantava. Ma se per una partita di calcio fai a botte, se per una partita di calcio abbandoni tua moglie in sala parto (ho sentito anche questa negli anni), se sacrifichi il rapporto coi tuoi affetti, coi figli, se in nome della tua passione calcistica dileggi i morti altrui, la malattia altrui, le disgrazie (e perché no l’altrui credo religioso), , se diventi razzista, violento, se spendi fino all’ultimo euro, non meriti l’ammirazione dei tuoi simili, sei solo un povero imbecille, diceva Orazio in medio stat virtus per glorificare l’equilibrio ed il buon senso ed ammaestrare a rifuggire gli eccessi. Oggi invece è proprio l’eccesso che domina, specie in quella piazza virtuale che è la rete dei social, nell’impunità praticamente assoluta.
Fateci caso, anche i più coraggiosi nella mia categoria (rari come quadrifogli) coloro che magari criticano e attaccano tutti :presidenti, giocatori, dirigenti e allenatori. Gli unici ai quali non osano muover appunto sono proprio i tifosi.
Adesso, volendo chiosare sulla vicenda Venuti, il giocatore la fidanzata adiranno le vie legali, quindi impegneranno i patri tribunali, già oberati da migliaia di cause che durano anni. Tutto per scoprire che forse dall’altra parte del pc c’è solo un disgraziato disabile funzionale che più che la galera al 41 bis, avrebbe avuto bisogno di una famiglia, una scuola, in una parola di una società rettificata in valori e regole, un posto dove il calcio, lo sport insegnasse loro qualcosa di sano e non fosse solo fogna e sfogatoio degli istinti umani più bassi, cosa che invece sembra andare benissimo a chi manovra il vapore, in ossequio a quel ‘panem et circenses( la plebe vuol solo pane e circo)’ di cui argutamente disse Giovenale.