Da Pioli ai giocatori fino a dirigenza e proprietà: tutti sotto esame. Nella Fiorentina di oggi non funziona niente e le colpe sono da spartire tra tutte le parti in causa. Uscire da questa crisi profonda è un dovere, ma come?

Il pareggio di domenica scorsa contro il Pisa ha più il sapore della sconfitta che altro, viste anche le decisioni arbitrali per non hanno di sicuro sfavorito la Fiorentina e dopo le prime cinque giornate di campionato la preoccupazione non può far altro che salire, visto che, a differenza di quello che ha affermato Stefano Pioli nel post partita, non si sono certo visti dei miglioramenti consistenti né nel gioco né nell'atteggiamento della squadra. Come sappiamo tutti molto bene a partire da domenica prossima, con la gara del Franchi contro la Roma, inizierà un calendario molto duro, in Serie A, e la speranza a cui tutto il mondo viola deve aggrapparsi è che la squadra reagisca come nella passata stagione, quando ha fatto grandi cose contro le big per poi perdersi in un bicchier d'acqua contro le piccole. La situazione però non è la stessa rispetto alla passata stagione, visto che è cambiato l'allenatore e anche alcuni giocatori non sono più a Firenze, e per questo non è possibile stare tranquilli in un momento di crisi come questo.
Tutti sotto esame.
Una crisi che va avanti dallo scorso 24 agosto, giorno della prima giornata di campionato, visto che da quel momento in poi, dopo la vittoria all'esordio ufficiale in stagione contro il Polissya nell'andata del playoff di Conference League, la Fiorentina non ha centrato soltanto un altro successo, quello contro gli ucraini al ritorno, pur essendo stata in svantaggio di due reti per ottanta minuti. In Serie A Gosens e compagni hanno raccolto soltanto tre punti nelle prime cinque giornate, frutto di tre pareggi, e a due gare dalla sosta (contro Sigma Olomuc e Roma) serve una vera svolta, per non rischiare di dover passare due settimane al centro di mille polemiche. Il primo a dover rispondere presente in questo momento è proprio Stefano Pioli: troppi cambiamenti, nel sistema di gioco e negli interpreti, e poche certezze. L'allenatore viola deve riordinare le idee il prima possibile e scegliere una strada da intraprendere, perché così sarà impossibile andare avanti e se non dovessero arrivare le prime vittorie sarà automatico mettere il suo nome in cima alla lista di quelli messi più in discussione. Oltre al tecnico però anche le altre componenti della Fiorentina non stanno affatto convincendo, in un senso o nell'altro. I giocatori hanno le loro colpe, perché sono loro alla fine dei conti ad andare in campo in ogni partita, ma non possono non rientrare nell'occhio del ciclone anche la dirigenza e la proprietà.
Il mercato e i posti mai in bilico.
Lo scorso 1° settembre, nel momento del gong finale della finestra di calciomercato, le operazioni fatte dalla Fiorentina in estate avevano lasciato un certo amaro in bocca e a un mese esatto di distanza quella sensazione ha trovato, purtroppo, delle conferme. La rosa messa a disposizione di Stefano Pioli ha delle grandi lacune, soprattutto a centrocampo e la cosa che suscita più clamore è una sola: perché chi fa mercato non viene mai messo in discussione da Commisso. Nell'estate del 2024 tutte, o quasi, le scelte fatte da Pradè si erano rivelate giuste, da Kean a De Gea fino a Gosens e Bove, ma se riavvolgiamo il nastro ai mercati precedenti non possiamo non ricordare i tanti errori fatti dalla dirigenza, soprattutto nell'aver investito non nel miglior modo possibile i tanti milioni di euro arrivati dalle cessioni, quella di Vlahovic su tutte. Commisso dovrà riflettere anche su questo e magari prendere una decisione molto forte per la prima volta da quando ha preso la Fiorentina, ma ci sarà comunque tempo per parlare di tutto questo. Adesso quello che conta è soltanto tornare a vincere, per non complicare ancora di più una stagione nata nel peggiore dei modi. Reagire è un dovere per tutti da Pioli alla squadra fino ai dirigenti, rimasti clamorosamente in silenzio dopo lo 0-0 contro il Pisa. Il modo per farlo non sta certo a noi trovarlo, ma qualcuno dovrà riuscire a far ripartire la Fiorentina.
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