BELLA FIORENTINA, BRUTTA JUVE. I VIOLA MERITAVANO LA VITTORIA. È LO SPIRITO GIUSTO PER SALVARSI. FINALMENTE AMRABAT, RINNOVO VLAHOVIC: È DIFFICILE…

26.04.2021 12:00 di  Mario Tenerani   vedi letture
BELLA FIORENTINA, BRUTTA JUVE. I VIOLA MERITAVANO LA VITTORIA. È LO SPIRITO GIUSTO PER SALVARSI. FINALMENTE AMRABAT, RINNOVO VLAHOVIC: È DIFFICILE…
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Sarà perché è l’anno sbagliato, sarà perché la Juventus è dentro la vergogna della Super Lega, ma i bianconeri visti al Franchi sono stati molto deludenti. La Fiorentina avrebbe meritato di vincere e con quei 3 punti adesso sarebbe molto più vicina alla salvezza. Ma un pareggio va benissimo, considerando che il Cagliari sotto fa sul serio - terza vittoria consecutiva -, mentre il Benevento e lo Spezia balbettano. Un pari scritto dal gol di Vlahovic su rigore a cucchiaio (in totale 17 reti in campionato, raggiunto Mutu) e dal pareggio, dopo 31 secondi dall’intervallo, di Morata. La rete della Juventus è stato un episodio sporadico, scollegato da una partita banale. Invece i viola hanno giocato un bel primo tempo e nella ripresa sono calati un po’, ma nel complesso avrebbero dovuto beneficiare di 3 punti.

Sabato i tifosi della Curva Fiesole hanno fatto visita al centro sportivo con cori e striscioni, ricordando alla squadra di mettercela tutta per la salvezza nella sfida con la rivale storica Juventus. Sono stati inviati messaggi significativi. La Fiesole, come sempre, è andata dritta al bersaglio, spiegando esattamente quale fosse la situazione. Guardando la Fiorentina in campo e osservando un ritrovato spirito di squadra e di inclinazione al combattimento, viene da dire che la visita ha sortito ottimi effetti.

Certo, viene anche da chiedersi perché in questa sciagurata stagione i viola abbiano avuto pochissime volte, quasi mai, quest’anima così forte. E’ stato bello ammirare la Fiorentina lottare zolla su zolla, a tratti anche con qualche piacevole manovra. Perché prima, invece, i viola non sono riusciti a fare tutto questo? Mistero. Ma adesso quello che conta è la salvezza e andiamo avanti.

Finalmente abbiamo seguito positivamente Amrabat, forse nella sua miglior partita da quando è a Firenze. Ci chiediamo se sia tornato quello di Verona. Anche se siamo quasi alla fine, stante la posta in palio, un Amrabat versione anti-Juve farebbe un gran comodo. Bene anche Ribery. Classe ed esperienza gli hanno consentito di aiutare la squadra e di vincere il duello a distanza con Cristiano Ronaldo (56 trofei vinti in due), uno dei peggiori in campo.

Dopo il pareggio di Morata era lecito temere una reazione della Juventus e invece è stata ancora la Fiorentina a disimpegnarsi meglio. Con Pulgar, che nel primo tempo aveva preso un palo, è andata vicino al gol in altre due occasioni. Il cileno ha disputato una partita concreta. Chi lo avrebbe detto, alla fine è stata la Fiorentina ad avvertire un retrogusto amarognolo in bocca. Con un pizzico di attenzione in più avrebbe potuto chiudere oggi la pratica salvezza.

La firma sulla gara è ancora di Vlahovic. Dusan già in passato aveva dimostrato di avere personalità quando si era impossessato della sfera sul dischetto, incurante del fatto che pesasse come un pallone medicinale. Stavolta, però, ha fatto tanto di più. Si è assunto un rischio di tottiana memoria, contro la Juve, la nemica di sempre e con un portiere famoso davanti. Eppure Vlahovic gli ha fatto il cucchiaio, con la sfrontatezza dei vent’anni e l’arroganza tecnica di chi si sente forte. E’ stato bravissimo. Sul percorso della sua autostima ha messo a segno un colpo rilevante. Dopo aver agganciato Mutu, ora mira Gilardino a quota 19 in un campionato. Sono nomi storici, stare nel loro solco significa che il ragazzo cresce a dismisura.

Così tanto da essere entrato nel mirino dei grandi club. In Italia c’è la Roma in pressing furibondo, sembra che i suoi procuratori siano spesso nella Capitale e siano, invece, scomparsi dai radar dei dirigenti viola. Se fosse così, la pratica rinnovo diventerebbe difficile. Non ci sono rumors favorevoli alla Fiorentina. Le cifre che girano e che filtrano sono molto alte. Si parla di richieste tra i 3 e i 4 milioni netti a stagione per allungare il contratto in essere. Vlahovic al momento non arriva al milione. Ma lo scenario è cambiato, come un temporale estivo all’improvviso. Alla scadenza mancano solo 2 anni, un battito di ciglia quando parliamo di calcio.

La Fiorentina deve combattere una battaglia delicata se non vuole perdere il suo gioiello. E attualmente le possibilità di vederlo partire sono alte, purtroppo. Perché se non firma trattenerlo diventa impossibile, a meno che la società viola non voglia fare un bagno di sangue economico. A 24 mesi dalla fine del contratto, la Fiorentina può ancora ricavare una cifra considerevole dalla cessione di Vlahovic. Il club deve fare una valutazione decisiva: se intende voltar pagina, dar vita ad un ciclo nuovo e auguriamoci vincente, deve ripartire dai suoi giovani più forti. Non importa quanto guadagna Vlahovic se merita questo stipendio. Importa, invece, non andare a prendere parametri zero, strapagarli per non avere poi un ritorno interessante. Questo è il cambio di passo al quale deve affidarsi la società se desidera diventare ambiziosa. Non deve impaurire un ingaggio alto se il calciatore è l’espressione di qualità. Primo perché la qualità costa, secondo perché un calciatore si può rivendere più avanti nel tempo e recuperare tranquillamente gli investimenti fatti per i suoi emolumenti. Con la qualità, in un senso o nell’altro, non ci rimetti mai. I problemi nascono quando hai mezzi giocatori. Ora, però, testa al Bologna. La salvezza è ancora tutta da conquistare. Manca poco al 23 maggio, manca tanto in termini di fatica.