Allenatore e mercato, Fiorentina in ritardo: Pradè, fatti perdonare. Pioli, il figliol prodigo Chiesa: tutta questione di Fede. 6 anni di Commisso, il bilancio non può soddisfare il Rocco degli inizi

La Fiorentina è stata colta impreparata dalle conseguenze delle dimissioni di Palladino e difficilmente poteva essere altrimenti. Il risultato è che delle società di Serie A che stazionano regolarmente nella parte alta della classifica, i viola rimangono adesso gli unici a non avere un allenatore. Certo, il cerchio attorno a Pioli si sta stringendo da tanti giorni, ma chi conosce chi cura la trattativa sa che l'addio all'Al Nassr sia questione non semplice. E allo stesso tempo, senza avere ancora la certezza di chi siederà in panchina, sono ferme pure le questioni di mercato. La parola d'ordine che circola è: pazienza. Per ora quindi spazio giusto all'attività di ordinaria amministrazione, ma entro qualche giorno dovranno essere prese le decisioni sui riscatti e quindi su Gudmundsson e Cataldi, visto che gli altri sono tutti pronti a essere rispediti al mittente, come detto da Pradè. A proposito del direttore sportivo, finito nell'occhio del ciclone e delle contestazioni (e sulla questione Palladino non appare proprio esente da colpe) ha un solo modo per riconquistare la fiducia della sua gente e 'farsi perdonare': sbagliare meno possibile in un mercato estivo partito con l'handicap. Ci vuole pazienza, sì, ma anche fede.
Con Pioli il figliol prodigo Chiesa. Perché sì e perché no
A proposito di Fede, chi scrive sarebbe a favore di un ritorno di Federico Chiesa alla Fiorentina. Per una serie di motivi, non ultimo il vissuto della persona ancora prima del calciatore, che a Firenze ci è cresciuto e si affermato da prodotto del vivaio viola, esplodendo come calciatore prima di abbandonare in direzione Juventus con un modus operandi che buona parte dei tifosi non ha ancora dimenticato. Allo stesso tempo però andrebbe ricordato come Chiesa fu disponibile e dedito alla causa viola fino all'ultimo minuto prima di lasciare: qualcuno avrà ancora in mente quell'ultima, paradossale partita da capitano con Iachini. A rendere più complicato agli occhi di chi guarda il possibile ritorno del figliol prodigo, al di là dell'ingombrante stipendio, il rapporto nullo con Commisso e le frecciatine del proprietario successive alla sua partenza, che rischiano di vanificare i suoi occhiolini a distanza.
Ieri i 6 anni di Commisso da presidente. Sarà soddisfatto?
Il 6 giugno ricorre l'anniversario dell'acquisto della Fiorentina da parte di Rocco Commisso e ieri erano 6 anni. Il bilancio privato tracciato dal fondatore di Mediacom, pensiamo noi, difficilmente potrà essere considerato soddisfacente. Non almeno agli occhi del primo Commisso, quello che atterrava a Firenze nel 2019 e che veniva osannato dalla folla a tinte viola come colui in grado di tramutare in realtà i sogni fin troppo a lungo riposti nel cassetto. Di proclami troppo altisonanti non ne ha mai fatti, se non un paio a inizio corso, ma più d'una volta si è fatto 'sfuggire' la voglia di vincere. Beh, fino a qui non c'è riuscito, pur andandoci vicino in più occasioni. Trasformare la smania della piazza in energia positiva da infondere nella Fiorentina, è la missione futura.
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