VALLETTOPOLI, avrebbe pagato anche Della Valle

Qua sotto vi riportiamo l'articolo apparso oggi su La Stampa
20.03.2007 12:45 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: Francesco Grignetti, La Stampa
L’inchiesta di Vallettopoli non è affatto finita. A scavare negli archivi dell’agente dei paparazzi, Fabrizio Corona, c’è sempre qualche nome nuovo che fa sobbalzare gli investigatori. L’ennesimo calciatore, ad esempio. Christian Panucci, della Roma, compagno di squadra di Totti, è stato interrogato ieri pomeriggio da Woodcock.

Facile immaginare il perché. Le solite «paparazzate». E’ stato contattato per comprarle? Sì? No? La domanda è risuonata spesso da queste parti. Interrogatorio brevissimo. Mezz’ora al massimo. Al termine, il giocatore si rifugia nelle banalità. «Sono tranquillo».

Un altro che è stato beccato dai paparazzi e sembra che si sia comprato il servizio a caro prezzo (50 mila euro) è l’imprenditore Della Valle. Il suo nome sembra che sia saltato fuori dall’ultima perquisizione che la polizia ha effettuato a Milano, negli studi della «Corona’s». Non dall’archivio fotografico, che è in formato di memorie da computer ed è ancora chiuso in cassaforte, quanto dalle fatture che erano negli schedari dell’amministrazione della società.

Chiaro che, quando ci si trova di fronte a cifre così forti pagate da un imprenditore direttamente a Corona, il sospetto a Woodcock viene spontaneo. E non c’è soltanto Della Valle in quegli schedari. Insomma è in arrivo un’ondata di interrogatori di vip per approfondire tanti presunti ricatti.

Sarà lentissimo, invece, lo studio dell’archivio. A parte che porebbero essere più di un milione le foto custodite, essendovi immagazzinati quattro-cinque anni di lavoro dell’agenzia, prima di squadernare le memorie digitali occorrono tutte le garanzie di legge. Vanno nominati periti e controperiti. Lo fa capire il procuratore capo di Potenza, Giuseppe Galante, quando dice: «I file contenuti nell’archivio fotografico sequestrato a Fabrizio Corona dovranno essere aperti e analizzati da personale specializzato. Allo stato degli atti non vi è alcuna fotografia».


Il «big bang» di Vallettopoli lancia schegge un po’ in tutte le direzioni. Su input di Potenza la procura di Roma ha aperto un’inchiesta sulla Guardia di finanza, accusata da Ricucci e Anna Falchi di avere fatto uscire loro foto private, finite al settimanale «Oggi».

Intanto a Potenza è stato interrogato ieri anche l’avvocato Marcello D’Onofrio, sospeso dalla professione per due mesi. L’ha sentito per circa due ore il giudice Alberto Iannuzzi. D’Onofrio, accusato di favoreggiamento, inquinamento probatorio e falsificazione di documenti a vantaggio di Fabrizio Corona, ha lasciato il palazzo di giustizia senza fare dichiarazioni. «L’interrogatorio - dirà il suo difensore, Eugenio Cricrì - si è svolto in totale serenità».

Fabrizio Corona, nel frattempo, è rinchiuso in carcere da una settimana. Il suo legale, Francesco Strano, conta sul Tribunale del Riesame, che dovrebbe trattare il suo caso a metà settimana. Il difensore ne ha chiesto la scarcerazione. Ma sul capo di Corona è piovuto già un altro guaio giudiziario. A Milano, dove il pm Frank Di Maio sta conducendo un’inchiesta-fotocopia di questa di Woodcock a proposito di un altro ricatto fotografico, e dove sono già stati trasferiti atti della procura potentina, ha chiesto al gip milanese un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Di Woodcock e dei suoi metodi si sta interessando anche, a Roma, il Consiglio superiore della magistratura. Sono stati sentiti il procuratore generale Vincenzo Tufano e il procuratore capo Giuseppe Galante. I due sono in guerra tra loro e anche in quest’occasione non hanno perso occasione per polemizzare a distanza. Galante ha sostanzialmente difeso l’operato dei suoi sostituti. Sia l’anglo-napoletano Woodcock sia la sostituta Felicia Genovese addetta all’Antimafia. Tufano non ha perso occasione per criticarli. «Woodcock opera attraverso strutture parallele», s’è sfogato. Ha fatto l’esempio della squadra di investigatori privilegiati su cui il pubblico ministero ripone la sua fiducia, composta soprattutto di vigili urbani e di agenti della polizia stradale. Non i classici carabinieri e poliziotti.