SERIE A, Orsi e Mancini, due volti del calcio
Ultimo nella speciale classifica che prende in esame gli stipendi dei tecnici della serie A, con un ingaggio che raggiunge a malapena i duecentomila euro. A Fernando Orsi non ha certo fatto piacere scoprirsi il meno pagato fra tutti i colleghi di A, considerando poi che riceve una busta paga inferiore persino a quella di veri e propri debuttanti della categoria, quali ad esempio Massimo Ficcadenti (Reggina) e Mimmo Di Carlo (Parma).
«Non me ne interessa minimamente. A parer mio questa è una statistica senza nessuna importanza. Io penso soltanto a fare il mio lavoro e non a perdere tempo dietro a queste sciocchezze», ha commentato stizzito, il diretto interessato. Del resto la parsimonia del presidente labronico Aldo Spinelli, quando c’è da discutere in merito al “vil denaro”, probabilmente non ha eguali ai massimi livelli. Un divario che peraltro si fa ancor più consistente, se confrontato ai cinque milioni incassati dal suo amico ed ex compagno di lavoro all’Inter Roberto Mancini. «Un paragone senza senso», puntualizza ancora Orsi. Ma più in generale è la Toscana del pallone a non offrire lauti contratti a chi, per un’intera stagione, il più delle volte rimane nell’occhio del ciclone di critica, tifosi e dirigenti.
Non va meglio infatti nemmeno ad Andrea Mandorlini, neo allenatore del Siena. Il tecnico ravennate è tornato a confrontarsi con la serie A, chiamato in estate dalla nuova dirigenza bianconera, dopo la breve parentesi di Bergamo e una brusca discesa alla C1 di Padova. 260mila euro il suo stipendio, diciottesimo nella speciale graduatoria, e la possibilità di un lieve ritocco nel caso in cui raggiunga risultati sul campo.
Se la passa leggermente meglio Gigi Cagni ad Empoli, quattordicesimo grazie ai suoi 450mila euro d’ingaggio, anche se, forse, la cifra reale si aggira intorno ai 350mila, con il contratto già rinnovato due volte. Arrivato quando quasi nessuno si ricordava più di lui (un’ultima disastrosa stagione a Catanzaro gli aveva chiuso le porte), Fabrizio Corsi tuttavia ha avuto fiducia in Cagni, e il mister bresciano gliel’ha ripagata in pieno, raggiungendo uno storico piazzamento in Uefa. Il presidente azzurro, come promesso, ha messo mano al portafoglio, adeguandogli lo stipendio a cifre consone per la categoria.
Il best dei salari toscani spetta però indubbiamente a Cesare Prandelli, quarto nella classifica generale dietro solo a Mancini, Ancelotti e Spalletti.
I Della Valle a maggio gli hanno rinnovato il contratto per quattro anni, e lui non se l’è fatto dire due volte dove dover apporre la firma. Alla voce emolumenti figura la cifra di un milione e mezzo di euro: difficile tirarsi indietro.