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Gioco e manovra, Viola rimandata anche a Torino. Dopo la sosta il calendario impone un netto cambio di passo

Gioco e manovra, Viola rimandata anche a Torino. Dopo la sosta il calendario impone un netto cambio di passoFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 00:00Copertina
di Andrea Giannattasio
fonte dal nostro inviato a Torino

Lo 0-0 contro il Torino lascia alla Fiorentina (ancora una volta) più dubbi che certezze. A meno di ventiquattro ore dalla chiusura del mercato, il pareggio dell’Olimpico ha messo in luce una squadra che rimane un cantiere aperto, con lacune evidenti soprattutto nello sviluppo della manovra. Il centrocampo - negli uomini e nell'assetto - tanto nelle prime quanto nelle seconde linee continua a non convincere: la mancanza di ritmo e di idee palesata in gran parte della gara di ieri pesa in modo determinante sulla capacità della Viola di rendersi pericolosa. Ora resta da capire se la dirigenza interverrà con un colpo last-minute in grado di regalare a Pioli quel sorriso che, al triplice fischio, non si è visto. Ceballos? Il dg Ferrari ha smentito ma chissà.

L’esperimento delle due punte non decolla
In avanti, la prova della coppia Kean-Piccoli non ha offerto le risposte che ci si attendeva. L’impegno dei due attaccanti è stato encomiabile, ma l’impressione è quella di un attacco che resta un “vorrei ma non posso”. Piccoli va aspettato: l’ex Cagliari deve ancora ambientarsi e trovare i giusti automatismi mentre sembra un po' più complesso il discorso per Kean: il classe 2000 si è sbattuto tanto, è vero, ma non ha ancora imparato a muoversi in sintonia con un partner offensivo. E la sensazione è che debba crescere non solo dal punto di vista tecnico-tattico, ma anche nell’altruismo e nella capacità di leggere le situazioni di gioco.

La luce arriva dal reparto difensivo
Se davanti le ombre restano notevoli, dietro la Fiorentina ha dato segnali incoraggianti. David De Gea ha saputo lasciarsi alle spalle l’errore di Cagliari, risultando decisivo con almeno due interventi puntuali e sicuri. Ma anche la retroguardia ha retto bene, guidata da un Pongracic in grande spolvero, e ha visto anche l’esordio del giovanissimo Kouadio: un battesimo importante che rappresenta forse il simbolo più autentico di una serata di sacrificio.

Un calendario in salita
La pausa per le nazionali arriva al momento giusto, ma il calendario post-sosta non perdona. Napoli, Como, Pisa, Roma, Milan, Bologna e Inter, senza dimenticare l’avvio della fase a gironi di Conference League: un tour de force che obbliga la Fiorentina a un cambio di marcia deciso e immediato. Per reggere l’urto servirà una squadra diversa da quella vista fin qui, più fluida nella costruzione e più concreta negli ultimi metri. Il punto di Torino, dunque, non va demonizzato, ma nemmeno sopravvalutato: se in difesa qualcosa si intravede, in mezzo e davanti la Fiorentina deve ancora trovare se stessa. E il tempo, ormai, non è più un alleato.