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Bove "vede" il campo ma non sarà quello del Franchi: le normative parlano chiaro

Bove "vede" il campo ma non sarà quello del Franchi: le normative parlano chiaroFirenzeViola.it
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Ieri alle 20:00Copertina
di Andrea Giannattasio

«Da giugno voglio tornare a giocare». Edoardo Bove lo aveva annunciato con determinazione lo scorso febbraio, quando, ospite di Carlo Conti al Festival di Sanremo, era tornato a parlare pubblicamente a poco più di due mesi dall’arresto cardiaco che lo colpì durante Fiorentina-Inter. Ora, salvo imprevisti, quel ritorno è davvero vicino. Il centrocampista classe 2002 ha ricevuto nelle ultime ore l’esito degli esami effettuati a marzo presso l’ospedale Torrette di Ancona, centro di eccellenza per lo studio delle patologie cardiache. I risultati sono rassicuranti: tutti i test hanno dato esito negativo – ovvero nessuna anomalia riscontrata – e indicano che Bove potrà presto tornare all’attività agonistica. Resta solo un ultimo test di abilitazione, considerato più una formalità che un ostacolo vero e proprio. 

Ostacolo normative
Il nodo, però, è normativo. In Italia, l’attuale regolamento vieta l’attività agonistica ai pazienti portatori di defibrillatore sottocutaneo, come quello impiantato nel dicembre scorso a Bove. All’estero, invece, la situazione cambia: in campionati come la Premier, ad esempio, non esistono restrizioni simili (il caso Eriksen ha fatto scuola) ed è per questo che il ritorno in campo di Edoardo sarebbe fin da subito possibile. Il 1° luglio il giocatore rientrerà alla Roma, proprietaria del cartellino, poiché non ha raggiunto con la Fiorentina il numero di presenze sufficiente per far scattare l’obbligo di riscatto (che era fissato a 10,5 milioni, dopo gli 1,5 spesi per il prestito oneroso la scorsa estate). 

Le ipotesi
Sarà poi lo stesso Bove a scegliere il prossimo passo. Le opzioni sul suo tavolo sono tre: proseguire la carriera all’estero, restare alla Roma oppure valutare un nuovo prestito a Firenze, consapevole però che in Serie A – almeno per ora – non potrebbe scendere in campo. Nonostante si stia discutendo da tempo di una possibile revisione delle normative italiane in tema di idoneità sportiva per atleti con defibrillatore, al momento non sembrano esserci spiragli concreti per una modifica del protocollo. E di conseguenza non ci sono concrete possibilità né per una sua permanenza nella Capitale né per una riconferma in viola, che stavolta sarebbe peraltro slegata dalla volontà del mentore di Bove, Raffaele Palladino (che lo aveva voluto con forza un anno fa), ma sarebbe dipendente dal volere di Pioli. Per questo, ad oggi, la soluzione più percorribile per rivedere Bove in campo sembra quella che porta oltre i confini italiani.