IL 6 APRILE, UN GIORNO "DEGOBBIZZATO"
Il 6 aprile... una data da segnare sul calendario. Romanzandoci un pò su, il giorno "degobbizzato" per eccellenza. Il 6 aprile significa Fiorentina-Juventus, significa celebrare "la madre di tutte le partite", vuol dire credere, convincersi una volta di più che Fiorentina-Juventus "non è una partita come tutte le altre". Ma andiamo con ordine. Il 6 aprile è la data di due Fiorentina-Juventus a dir poco indimenticabili: uno giocato 23 anni, l'altro addirittura 28 anni fa. Il primo risale al campionato '85-'86 (Guarda il video) quando un giovanissimo Aldo Agroppi ereditò la squadra da Ferruccio Valcareggi, traghettatore viola nell'ultimo semestre della stagione precedente. Aldo Agroppi da Piombino portò in viale Fanti tutto il suo entusiasmo, la sua vigoria fisica unita alla vis polemica che lo ha sempre contraddistinto. Il suo merito fu la determinazione, la sua fortuna Daniel Passarella, la sua croce Giancarlo Antognoni con il quale ingaggiò un duello personale che divise (more solito) la città. Chi era per Agroppi (pochi, ma non pochissimi), chi per il "capitano" (tanti, ma non tutti), nel mezzo la Fiorentina guidata dal "caudillo", condottiero ineguagliabile. Il 6 aprile 1986 mancano 4 giornate alla fine del campionato, Fiorentina in lotta per la qualificazione Uefa, Juventus tallonata dalla Roma di Eriksson in cima alla classifica. Il match è tiratissimo, il "comunale" strapieno, si ha la netta sensazione che possa succedere qualcosa da un momento all'altro. Detto, fatto. Antognoni da sinistra, sotto la Ferrovia, calcia da par suo una punizione tagliata sulla quale svetta Passarella che infila Tacconi per il gol dell'1-0. E' il 57' e da questo momento c'è solo la Fiorentina. Al 90' poi, Nicola Berti scavalla imperioso verso l'area juventina, evita Tacconi in uscita e deposita in rete. Fiorentina 2 Juventus 0, il delirio può cominciare.
QUELLA SCIARPA DALLA TRIBUNA - Cinque anni dopo la storia si ripete. Difficile inquadrare quel Fiorentina-Juventus. Ancor più complicato fotografare un momento, assegnare un titolo, individuare il protagonista principale. Il Fiorentina-Juventus del 6 aprile 1991 (si giocava di sabato) ha mille facce, mille volti, per esempio, quello di Diego Fuser. Suo il gol vincente su punizione al 41' (Guarda il video): chirurgica, millimetrica, infilata al "sette" alla sinistra di Tacconi. Altra faccia, quella di Gian Matteo Mareggini. E' ingeneroso ricordare la carriera di un calciatore per un singolo episodio, però... non ce ne voglia il buon Gian Matteo ma quella parata lo ha consegnato alla storia, e siamo certi che anche lui appoggerebbe la scelta. Siamo a metà ripresa, Salvatori trattiene Baggio (con la maglia bianconera) appena dentro l'area, Lo Bello fischia il rigore. Sul dischetto si presenta Gigi De Agostini, tra lo stupore generale. "Ma come? Non batte Baggio?" si chiedono i tifosi viola... Il terzino piazza un sinistro angolato, ma non abbastanza. Non per Gian Matteo Mareggini che si allunga e si guadagna la sua porzione di gloria. "Mareggini mi conosceva troppo bene, sapeva dove avrei tirato", così si giustificò Baggio nel dopo-gara. Sarà, ma quella spiegazione non convinse nessuno. Avanti con i volti della partita. Ancora Baggio protagonista, ancor di più la sostituzione a sette minuti dalla fine. Entra Angelo Alessio, ed il "Divin Codino" si dirige verso la panchina. Dalla tribuna viene lanciata una sciarpa viola, Baggio la raccoglie e se la porta via. Basta così, c'è materiale per un intero romanzo. L'ultima immagine, l'ultimo volto è quello della curva Fiesole. E' il giorno della coreografia con i monumenti di Firenze. Unica, storica, irripetibile, un misto di arte, storia, cultura, amore per Firenze e la Fiorentina. Vi lasciamo ammirare la foto, da lì si capiscono molte cose...