RFV

Tito Corsi su Baroni: "Nemo profeta in patria. Ecco le difficoltà che incontrerebbe"

Tito Corsi su Baroni: "Nemo profeta in patria. Ecco le difficoltà che incontrerebbe"FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
lunedì 2 giugno 2025, 14:45Radio FirenzeViola
di Pietro Lazzerini

Tito Corsi, storico dirigente con un passato anche alla Fiorentina, ha parlato nel corso di "Viola Amore Mio" su Radio FirenzeViola ripartendo dal casting che i dirigenti viola stanno portando avanti in queste ore: "Prima di scegliere il tecnico devi sapere che squadra hai. In base alle caratteristiche dei giocatori, puoi scegliere l'allenatore. Un uomo che abbia le caratteristiche per guidare quel tipo di gruppo. Firenze ha una tifoseria simpatica ma molto critica. L'ex presidente del Pisa Anconetani, quando doveva scegliere l'allenatore, cercava gente che era stata già esonerata perché almeno una situazione del genere non l'avrebbe turbato". 

Baroni, che ha esordito alla Fiorentina nel corso della sua esperienza da dirigente, potrebbe essere un nome buono?
"Se si dà retta al proverbio i latini dicevano "nemo profeta in patria" ma è un modo di dire superabile. Ce ne sono tanti di tecnici che hanno allenato la squadra della propria città. Di solito le amicizie locali non sono quelle favorevoli, perché subentrano tante situazioni mentali e di rapporti che non aiutano. Il carattere del tecnico è importante, soprattutto per la durezza del suo io. Se prendi qualsiasi squadra, un periodo nero più o meno arriva sempre e lì ci vuole forza e sicurezza quando si prendono determinate decisioni. E poi va superato il momento, facendolo superare anche ai propri giocatori". 

Pioli, Baroni o Gilardino, chi sceglierebbe?
"Sceglierei me stesso per allenare la Fiorentina (ride). I dirigenti che prenderanno questa scelta, sanno che tipo di squadra potranno dare al tecnico e quindi dovranno sceglierlo in base a questo. Dalle analisi di questo, sceglieranno l'allenatore. Devi scegliere chi sa vincere se vuoi vincere, o chi sa perdere se non puoi dare di più. Se ho la squadra che si deve salvare, scegli l'allenatore che le salva tutte". 

Dell'addio di Palladino cosa pensa? 
"Io ho sentito parlare male di Palladino e invece penso che abbia fatto una  grande stagione. Il gioco? Ma è arrivato sesto e ha vinto otto partite di fila. Lui dietro aveva Lazio e Milan e solo cinque davanti a sé, le migliori squadre del torneo". 

Commisso deve tornare in Italia per scegliere il tecnico?
"L'intervento di Commisso, o in presenza o al telefono, quando verrà presa una decisione è necessaria. I dirigenti dovranno giustificare il motivo per cui opteranno verso l'uno o l'altro candidato. Anche le caratteristiche caratteriali della squadra sono importanti. A qualche squadra servono uomini dal pugno duro e altre che hanno bisogno delle carezze". 

Cosa pensa del momento che sta attraversando Pradè in quanto direttore sportivo? 
"Situazione difficile e delicata. Ma in questo lavoro servono decisioni decise. Quando la Juventus prese Ancelotti subì una forte contestazione, ma lo ha tenuto. Però i dirigenti sapevano perché lo avevano preso e i dirigenti non devono spiegare niente a nessuno se non al presidente".

Ascolta il podcast per l'intervento integrale.