CAVASIN A RFV, Juve? Può essere nel mirino Viola
Alberto Cavasin, allenatore della Fiorentina tra il 2002 e il 2004, ha raccontato ai microfoni di Radio Firenzeviola della sua esperienza sulla panchina della squadra viola, in particolare quello legato alla promozione dalla C2 alla Serie B.
Quale è il suo ricordo sulla stagione 2002/2003?
“Esperienza meravigliosa coronata con un successo in un palcoscenico di prim’ordine. Non è stata una passeggiata, però abbiamo il risultato che volevamo. È stata una grande soddisfazione”.
Al suo arrivo sulla panchina viola che squadra trovò?
“Trovai una squadra che aveva grandi difficoltà. La società era ripartita dal nulla dopo il fallimento. La domenica andavamo ancora a cercare le maglie, era una situazione di costruzione. La squadra era stata costruita velocemente e un po’ “così”, come veniva. Dovevamo aggiustare tutto, assemblare e dare un’identità. Il primo mese/mese e mezzo abbiamo un po’ arrancato, ma è servito per programmare quello che è stato fatto dopo. Nella seconda metà di stagione è andata meglio, anche grazie al mercato invernale. Abbiamo fatto una serie di vittorie, smuovendo la classifica. Avevamo tutti conto perché ogni partita c’era praticamente un derby e gli avversari davano tutto: non c’erano partite facili”.
Prosegue: “Il nostro avversario principale era il Rimini quell’anno, che vinceva sempre. Aveva una squadra forte, noi abbiamo recuperato nel tempo dopo 8 vittorie consecutive che ci hanno rilanciato. Dopo aver sistemato tutto ci siamo avvicinati a loro e il colpo importante lo abbiamo fatto proprio a Rimini, dove abbiamo vinto (0-2) e li abbiamo sorpassati”.
La vittoria che sancì il ritorno in C1 (trasformato per meriti sportivi in Serie B) avvenne contro il Savona, grazie a quel 3-0 interno
“Quella partita è stata vissuta durante la settimana. Lo stadio era gremito, c’erano 40.000 tifosi, tutti aspettavano la consacrazione. La città in quel momento era molto raccolta, aveva vissuto il campionato con un’affezione totale, i tifosi ci seguivano anche nelle trasferte. Tutto questo al di là della categoria. La vittoria poi sancì la matematica promozione. Mi ricordo che non fu facile da sbloccare come partita, ma abbiamo tenuto bene in mano la gara sin dall’inizio e dopo il primo gol è stato tutto in discesa. Il pubblico poi è “esploso”, è stata una festa totale”.
Cosa ne pensa invece della prima metà di stagione della Fiorentina?
“La dividerei in due parti. La Conference inizialmente ha condizionato anche il campionato, con qualche battuta d’arresto. Direi che anche che probabilmente là davanti è mancato qualcosa, poi la squadra non era abituata al doppio impegno e questo ha portato via delle energie. Con questo anche il gioco è venuto meno in certi frangenti. Nella seconda parte la squadra ha ritrovato il passo, ha trovato un Amrabat che è tornato quello di Verona e qualcosa là davanti è migliorato: peccato sia arrivata questa pausa, stava tornando la Fiorentina che può puntare ai primi cinque posti del campionato. Adesso direi anche che la squadra ha superato il problema legato al doppio impegno”.
Dunque secondo lei la Fiorentina può ambire ai primi sette posti?
“Può ambire ai primi sette posti, ma anche la Coppa Italia è un’opportunità. L’importante è che la Fiorentina riparte da dove ha lasciato, in quel modo può giocarsela alla pari con tutte quante. La sosta è un punto di domanda per tante squadre e si deve vedere come rientrano i nazionali, come Amrabat. Non è detto che poi tenga le prestazioni al livello che abbiamo ammirato. L’augurio è che però torni a fare prestazioni che abbiamo ammirato lo scorso anno”.
Su quale squadra può fare la corsa tra le prime sette?
“La Juventus può essere nel mirino, ma vediamo come riparte dopo i casi delle ultime settimane. Da certe disgrazie sportive le squadre a volte reagiscono in modo opposto, trovano unione e possono fare meglio di quanto facevano prima. La Juve poi ha tanti giocatori che sono stati al Mondiale, possono aver bisogno di tempo per recuperare”.