UNA VITA DA MEDIANO
Fra le molte curiosità che aleggiano intorno alla partita di stasera, una di queste riguarda la voglia di vedere all'opera Mario Suarez. Arrivato nell'ambito di un'operazione che ricorda molto quello scambio nel quale proprio Savic venne a Firenze, con gli ottimi risultati che, si spera, anche Suarez sarà in grado di raggiungere, è sembrato quasi una contropartita economica, più che tecnica. La realtà è ben diversa da questo scenario, come ha avuto modo di chiarire Cognigni ("Lo abbiamo cercato a lungo, il nostro allenatore ha una filosofia diversa rispetto a Montella, per questo serviva inserire un centrocampista più fisico"). Il suo curriculum infatti non ha bisogno di ulteriori precisazioni: con la maglia dell'Atletico Madrid ha vinto due Supercoppe UEFA, una UEFA Europa League, una Supercoppa di Spagna, un Campionato spagnolo e una Copa del Rey.
E la realtà è proprio che Suarez è l'espressione della volontà di Paulo Sousa di puntare ad un gioco diverso rispetto a quello espresso da Montella. Sempre sicuramente improntato a quella qualità che negli ultimi anni ha impressionati tifosi e addetti ai lavori, ma condita con una maggiore fisicità e presenza a centrocampo, qualità che Mario Suarez ha nel proprio DNA. Il match di stasera, per quanto reso relativo dalle condizioni fisiche ancora non ottimali e dai meccanismi di gioco ancora da oliare, fornirà una prima indicazione dell'impronta di gioco che Sousa vuole trasmettere alla sua Fiorentina e di come Suarez interpreterà il suo ruolo di rottura della manovra avversaria. Proprio il Barcellona, in questo senso, può essere un ottimo banco di prova, facendo del palleggio, ma anche delle ripartenze in velocità, le sue armi più letali.