UNA COESIONE DA DIMOSTRARE CON I FATTI
La luna di miele per il secondo matrimonio con Cesare Prandelli è finita nel momento in cui è iniziato il primo allenamento. Non perché sia successo già qualcosa di sbagliato, anzi, ma perché messi da parte i sentimentalismi e quel pizzico di romanticismo che ha fatto sospirare tutti i tifosi viola, adesso si dovrà passare dalle parole ai fatti. Nei tanti interventi pubblici tra ieri e oggi, si è fatto per esempio un gran parlare di "unione professionale", di "scelte condivise" e di "coesione" che dovrà portare il club verso un rendimento decisamente migliore rispetto a quello di questo inizio di stagione.
Non per mettere i puntini sulle i, ma è chiaro anche ai muri come negli ultimi mesi probabilmente sia mancata proprio quella coesione di cui si è parlato molto nelle ultime ore. Basti pensare al momento in cui Commisso decise di confermare Iachini dopo la fine dello scorso campionato: i dirigenti erano sulle tracce di Juric ormai da settimane ed aspettavano solo una chiamata dall'America per chiudere l'accordo. La chiamata alla fine è arrivata, ma per comunicare esattamente il contrario, una scelta autonoma che si è rivelata il secondo grande errore dell'era Commisso dopo quello relativo alla conferma di Montella.
Ma come dimenticare del mercato estivo, con Iachini che chiedeva un regista e una punta, ricevendo in cambio diversi interni e Callejon, che tutto è tranne che una punta (a Roma si è visto bene). Quasi come se la dirigenza facesse orecchi da mercante di fronte alle richieste del proprio allenatore, rendendo il suo compito già difficile, ancor più complicato.
Ma con questo cambio di pagina, è giusto non pensare più al recente passato, ma allo stesso è anche lecito pretendere che le grandi pacche sulle spalle (con distanziamento sociale, per carità), diventino presto una coesione reale e tangibile. La Fiorentina ha bisogno che tutte le sue componenti viaggino sulla stessa lunghezza d'onda, per mandare un messaggio chiaro ai giocatori e per ripartire con i giusti obiettivi dopo mesi difficilissimi per tutti. Dalle parole ai fatti, traducendo i buoni propositi in opere concrete, che puntino ad aiutare il nuovo allenatore, a ricalarsi nei panni di tecnico più amato da parte dei tifosi, di fiorentino acquisito abbonato al Franchi per amore della maglia viola.
L'ora delle voci che si rincorrono, dei mille nomi di allenatori che circolano al primo errore, oppure dell'attesa di una chiamata con voce oltreoceanica che tarda ad arrivare ma che è necessaria per andare avanti, è arrivata al suo termine naturale. Commisso si fidi di più di chi paga per prendere decisioni di calcio, gli altri lavorino tutti con la barra ben dritta e diretta nella stessa direzione, perché perdersi ancora sarebbe la pietra tombale di una dirigenza comunque sotto la lente di ingrandimento.