TROPPO PRESTO
Adesso le pressioni dovrebbero essere destinate a ridimensionarsi. Come d'altronde capiterà, purtroppo, alle stesse ambizioni. L'intervento di ieri del presidente esecutivo Cognigni sembra più una secchiata d'acqua sul fuoco delle polemiche (e dei malumori) che non la strigliata che probabilmente in molti avrebbero auspicato. Ma non è detto sia un male, anzi. In fondo il calendario è ancora a metà novembre, e comunque la si pensi la strada della classifica resta sì lunga ma non così deserta. Il ritardo è più o meno di 6/7 punti, c'è ancora tempo per risalire. Certamente gioverà non porre come traguardi come quel terzo posto che tanto ha fatto discutere fuori e dentro la società.
Perchè lo stesso Cognigni nella giornata di ieri ha abdicato all'obiettivo Champions, e perchè certamente non farebbe bene continuare a tenere l'asticella lassù a un gruppo che, a detta del tecnico, paga dazio proprio per le aspettative sugli obiettivi finali. Tanto vale ricompattarsi allora, anche per allontanare sin da subito atmosfere passate che si stanno facendo fin troppo attuali. Fine del ciclo, addii di allenatore e dirigenti, ricostruzione da zero sono concetti già noti da queste parti, e trovarcisi di nuovo di fronte significherebbe azzerare qualsiasi progresso.
Sotto questo aspetto la grande differenza che balza agli occhi tra la situazione attuale e l'ultima volta in cui la Fiorentina ha visto crollare le proprie ambizioni (anno solare 2010, fine della gestione Prandelli) è la tempistica. Perchè stavolta le richieste di rinforzi da parte del tecnico sono arrivate ben prima (alla fine della scorsa stagione e non nel girone di ritorno), e i problemi della squadra sono emersi con notevole anticipo rispetto a quattro anni fa. Quando, per inciso, di questi tempi quella Fiorentina ancora sognava a occhi aperti in Champions League. Ecco perchè questa Fiorentina ha ancora tutto il tempo per risistemare le cose. Non sarà, probabilmente, come tornare in Champions, ma tralasciando l'ipotesi di arrivarci attraverso l'Europa League, c'è ancora tutta una stagione da giocarsi, e appunto la stessa Europa da confermare.
C'è ancora tempo, perciò, per capire come Montella vorrà far giocare, vincere e divertire questa squadra. Perchè siamo convinti che sia ancora in grado di poterlo fare. Sugli errori del tecnico (presunti o tali che siano) si è discusso e si discuterà molto, ma la storia fiorentina dell'Aeroplanino ancora garantisce colpi di reni, e non sarebbe giusto mettere tutto in discussione oggi. Idem per i senatori che non stanno rendendo (Gonzalo, Borja, Cuadrado) o per quei nuovi che hanno trovato poco spazio pur fornendo indicazioni interessanti (Basanta o Marin).
O ancora per gli stessi Gomez e Rossi che, prima o poi, magari da febbraio, dovranno pur riuscire a giocare insieme. E c'è ancora tempo per correggere quella programmazione sbagliata di cui ha parlato ieri lo stesso Cognigni, con interventi mirati (ma funzionali ed efficaci) sul mercato. A patto che, all'interno della società in primis e fino alla squadra passando per l'allenatore, si ritrovi una nuova sinergia, una nuova unità. Perchè il rischio di un "Deja-Vu", dall'inizio della stagione a oggi, si è fatto ogni giorno più concreto, e non è detto che il finale debba essere già necessariamente scritto a inizio novembre.