TRA LE PRIME 7
E’ festa grande, è di nuovo Europa cinque lunghi anni dopo. E’ il risultato di una corsa che si è fatta sempre più entusiasmante, partita dopo partita. Il frutto della gestione del gruppo targata Italiano, figura di riferimento in grado di ribaltare convinzioni e certezze di due anni fatti di delusioni e tanta paura.
In estate, al momento delle presentazioni, il tecnico non aveva posto limiti, e forse il lungo lavoro psicologico perfezionato a Moena è cominciato proprio in quel momento. Quando una squadra reduce da due salvezze risicate ha ricostruito la propria autostima e dato nuovo senso al modo di stare in campo con schemi, velocità e intensità.
Nel percorso di crescita non potevano mancare passi falsi e scivoloni inattesi, e soprattutto non è mancato un cambio di programma notevole come la cessione del capocannoniere. Così di fronte ai numeri che raccontano di una sostituzione più che complicata del serbo, il successo di Italiano e della sua squadra assume ancora più valore, ma soprattutto regala ulteriori meriti a un allenatore chiamato in fretta e furia dopo l’inaspettato strappo estivo con Gattuso.
Se nel dopo gara lo stesso dg Barone ha tenuto in bilico il futuro del tecnico (“Penso sia alla Fiorentina ma bisogna parlare in due” ha detto prima della gara) già oggi il confronto che andrà in scena per delineare il futuro assume i contorni della speranza. Quella di proseguire in Europa, il prossimo anno, un cammino che Italiano ha saputo avviare a dispetto di ogni previsione e che la Fiorentina, oltre che confermare il valore aggiunto di questa stagione, sappia dare continuità (anche sul mercato) ad un'annata conclusa tra le prime sette.