SVOLTA GIOVANE

30.06.2021 16:30 di  Luciana Magistrato   vedi letture
SVOLTA GIOVANE
FirenzeViola.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

La svolta giovane. La Fiorentina prova ad aprire un nuovo ciclo in controtendenza con quanto visto in questi due anni (ma già da prima) in cui si è puntato, forse fin troppo, sull'esperienza sia di tecnici come Iachini e Prandelli ma anche di Montella pur se molto più giovane, che di giocatori come Ribery, Caceres e Borja Valero (prima di lui Badelj) oltre a Bonaventura che rimane un'altra stagione. Ma da domani (minuto più minuto meno per l'ufficialità) la società prova a voltare pagina e a scrivere una nuova storia. Vincenzo Italiano e i membri del suo staff arrivati oggi a Firenze sono giovani, hanno idee chiare di calcio e per certi versi sono già vincenti. Il tecnico si è scelto via via i suoi collaboratori incontrati per caso nelle società in cui ha allenato o conosciuti già da calciatore, alcuni con esperienze già maturate altrove.

Un gruppo di professionisti in gamba che aiutano il tecnico a sviluppare al meglio le sue idee e che riportano anche un piccolo tocco di fiorentinità in società (Daniel Niccolini nato appunto a Firenze e figlio del capo scouting del giovanile viola e Stefano Firicano, anche se quest'ultimo solo di riflesso come fratello dell'ex viola Aldo) in un momento in cui il viola tende a sbiadirsi. Anche nell'area tecnica l'inserimento di Burdisso va in tale direzione, vista la sua prima esperienza da direttore sportivo (o collaboratore di Pradè per meglio dire) in Italia. Insomma, largo ai giovani o comunque ad una boccata di aria fresca e nuova, nella speranza di aprire quel ciclo che la Fiorentina non è riuscita ad aprire in questi due anni. Anche il primo acquisto, Nicolas Gonzalez, lascia presagire ad uno "svecchiamento" della rosa (tanto da spenderci quasi 30 milioni se si considerano i bonus). Certo l'esperienza e la personalità di giocatori come Ribery o Borja - forse Pezzella -meritavano un finale diverso per quello che hanno rappresentato, così come i dirigenti Antognoni e Dainelli, tutti usati come biglietti da visita dalla nuova proprietà e poi "abbandonati"; senza troppo tatto (la storia va rispettata sempre) e, anche se per qualcuno restano degli spiragli per rientrare, la strada da domani sembra segnata.