NASCE LA NUOVA FIORENTINA: L'UNDICI DI ATENE VERRÀ SMONTATO (O QUASI)

NASCE LA NUOVA FIORENTINA: L'UNDICI DI ATENE VERRÀ SMONTATO (O QUASI)FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom
martedì 4 giugno 2024, 10:00Notizie di FV
di Alessandro Di Nardo

Terracciano; Dodo, Quarta, Milenkovic, Biraghi; Arthur, Mandragora; Gonzalez, Bonaventura; Belotti. Una filastrocca che ai tifosi della Fiorentina rievoca brutti ricordi (c'è chi dice che se letta al contrario davanti allo specchio possa apparire El Kaabi): l'avrete capito, questo era l'undici di Atene, un elenco che il popolo viola vorrebbe dimenticare. Un desiderio che potrebbe essere assecondato dal mercato: perché il giugno che è appena iniziato sarà un mese di cambiamento, a cominciare dalla guida tecnica. 

Oggi inizierà ufficialmente l'era Palladino, nuovo allenatore, nuove idee, nuove prospettive e anche nuovo gruppo-squadra. Se prendiamo l'elenco dei titolari dell'Opap Arena infatti, sono in pochi quelli sicuri di rimanere e con un ruolo da protagonista. Ci sarà Pietro Terracciano, uno dei migliori in una stagione dal sapore amaro; con lui gran parte della difesa se non tutta, anche se per Cristiano Biraghi si prospetta un ruolo meno da 'intoccabile' e quindi la previsione (per molti tifosi si chiamerebbe 'speranza) è che a sinistra le gerarchie si ribaltino, con Parisi nel ruolo di titolare. Poi Quarta (fresco di rinnovo), Milenkovic e Dodò certo, più in sù però tabula rasa (o quasi). 


Arthur non verrà riscattato e questa non è una breaking news della mattinata. Accanto a lui c'era Mandragora, che rimarrà, ma vedremo se Palladino (che a Monza ha valorizzato Rovella e Sensi) chiederà un centrocampista più di costruzione e regia. E poi davanti ci sono mille incognite: Nico Gonzalez non è più incedibile, e questo lo abbiamo capito anche dalle recenti voci di mercato (le ultime riguardano Roma e Ateltico Madrid). Bonaventura è in scadenza a fine giugno, le possibilità che rinnovi ancora ci sono ma, come per Biraghi, il ruolo di Jack sarà gioco-forza meno centrale nei prossimi mesi; il rinnovo di Kouamé è un volano per il mercato e per piazzare meglio un attaccante che chiude la stagione da titolare e con due gol a referto, e su Andrea Belotti poco da dire, stretta di mano e ritorno senza drammi a Roma dopo la fine di un prestito secco deludente.

Su gran parte di loro, dei titolari di Atene, vige ancora il veto di quello che a breve diventerà il referente massimo anche sul mercato, Raffaele Palladino da Mugnano di Napoli. L'impressione (comunque da confermare) è che tra la finale di Conference e l'ultima di Bergamo si sia chiuso un ciclo. Impressione confermata da parole e facce del post-partita, dall'addio di Italiano e dalle dichiarazioni di Pradè. Dall'idea, sedimentata negli ultimi mesi e affiorata con forza dopo la serata dell'Opap Arena, che questo gruppo sia arrivato al massimo grado di consunzione. In termini economici si chiama obsolescenza programmata, volgarmente il concetto che ogni oggetto, impresa, in questo caso progetto sportivo, abbia una 'data di scadenza' prestabilita, oltre alla quale il vissuto insieme (e qui si parla del gigantesco fantasma delle tre finali perse) azzera gli stimoli: è arrivato il momento di cambiare quindi, ed ecco che ad agosto i reduci di Atene potrebbero essere pochi.