LUCCA, L'IDOLO IBRA E LO STUDIO DI HAALAND. A PALERMO ERA LUCCATONI, A FIRENZE POTREBBE DIVENTARLO

12.06.2024 00:00 di  Lorenzo Marucci   vedi letture
LUCCA, L'IDOLO IBRA E LO STUDIO DI HAALAND. A PALERMO ERA LUCCATONI, A FIRENZE POTREBBE DIVENTARLO
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E' partito dai dilettanti, è esploso in B al Pisa per poi emigrare all'estero e vestire una maglia prestigiosa, quella dell'Ajax. Un'esperienza, quella, che forse lo ha riportato con i piedi per terra dopo gli entusiastici elogi, ma ora per Lorenzo Lucca dopo la stagione con l'Udinese (otto gol) potrebbe essere arrivata l'ora di misurarsi con una piazza più esigente, che ha aspettative e che ti mette addosso pressioni quotidiane. Magari non da titolare, ma alla Fiorentina potrebbe comunque cogliere la chance per dimostrare di essere maturato, di poter scalare progressivamente certe gerarchie. Ibrahimovic, di cui aveva il poster in camera, e Dzeko sono due dei suoi modelli, anche se qualcuno lo paragonava pure a Peter Crouch: la stazza fisica è simile, per le movenze e la capacità di segnare è forse chiedere troppo.

Ma Lucca si è fatto comunque apprezzare anche per un discreto bagaglio tecnico e una buona progressione nonostante le leve lunghe (è alto due metri). Gianluca Presicci, ex difensore del Bologna, nel 2016 era il responsabile del settore giovanile del Vicenza e lo ha scoperto quando aveva sedici anni. "All'epoca - ci racconta - era leggermente più basso di ora, con venti chili in meno addosso. Capimmo subito che era un profilo importante, su cui puntare. La società era in difficoltà economiche e ci proibirono di poter usufruire del convitto per i giovani, ma chiesi al presidente di fare uno sforzo per tenerlo, considerato che veniva da Torino. Partì bene nella Berretti segnando a ripetizione, poi il Vicenza fallì e a fine anno  tornò al Torino. Lo avevo preso in prestito con un riscatto fissato a ventimila euro. Credo che adesso Lucca possa essere ideale per il gioco di Palladino: ha volume e poi ha i colpi, che non si sono ancora visti fino in fondo. Tecnicamente non salta l'uomo, ma gioca di sponda, spizza la palla e la butta dentro. Negli ultimi anni gli sono capitate poche occasioni ma Lucca può anche essere definito un Luca Toni un po' più tecnico. Toni, che in alcune partite è stato da me preso in consegna in marcatura, era più bravo in alcuni movimenti e Lorenzo da questo punto di vista deve crescere. Ma se quest'anno fosse stato a Firenze il suo score sarebbe stato diverso".

In effetti a Palermo dove ha giocato un anno e mezzo segnando tredici reti in C, lo ribattezzarono Luccatoni, un buon augurio che anche a Firenze, dovesse arrivare, potrebbe essere replicato.  Ma L'ex pisano ha raccontato anche di studiare Haaland e i suoi movimenti dentro l'area. Lucca vuol migliorarsi, si definisce un perfezionista: ha ventiquattro anni ed è nel momento in cui può davvero provare a fare il salto di qualità. In barba alla scaramanzia uno dei suoi numeri preferiti è il 17, mentre gli altri due sono il 18 e il 9. Ecco, dovesse arrivare a Firenze potrebbe mettere nel mirino proprio la maglia numero 9. Non subito, quella occorre meritarsela. Ma l'obiettivo, ambizioso, deve essere quello.