LA MISSIONE DI CESARE INCLUDE UNA "FRECCIATINA" A BEPPE?

12.11.2020 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
LA MISSIONE DI CESARE INCLUDE UNA "FRECCIATINA" A BEPPE?

Non si possono togliere i sentimenti e il romanticismo al calcio è un’affermazione che risolleva l’umore a tutti i tifosi del mondo, ma in modo particolare a noi viola piuttosto abbacchiati dagli ultimi anni della nostra Fiorentina. A me il lato tecnico o tattico del pallone interessa, ma fino ad un certo punto (siete autorizzati a pensare che tanto non ci capisco nulla, ma solo perché non vi sento!) ma quello che metto sempre avanti è il cuore e la passione e sono questi i tasti che ha toccato Prandelli col suo ritorno sulla panchina viola. Le parole di apertura le ha pronunciate lui ed io, dopo pochi secondi della sua conferenza di presentazione (come se non si conoscesse bene!), ho rimosso tutti i dubbi che avevo sul suo arrivo e chiamarlo cavallo di ritorno o minestra riscaldata mi fa solo ridere perché sono etichette che non ritrovo addosso a Cesare. Però, se deve essere, come “cavallo” spero che ci porti al galoppo fuori dalle zone anonime della classifica e come “minestra” nutra la nostra fame di bel gioco evocata in noi dai ricordi sempre freschi della sua prima gestione in viola e che stanno andando a ripetizione sui social.

Il cuore è stato anche la molla che lo ha convinto a tornare da noi, lo ha ammesso lui stesso, aggiungendo che non sarebbe mai andato via. Confesso che il suo allontanamento mi fece piangere ed è da lì che si è incrinata la mia considerazione dei fratelli Della Valle. È singolare come sia sembrato che non se ne fosse mai andato, che dieci anni siano volati via e lo capisci solo da qualche ruga e qualche capello bianco in più, senza nulla togliere al fascino però! Vista la carenza che abbiamo patito di belle emozioni, sentir parlare il nuovo Mister (come mi fa strano scrivere così) di orgoglio, coraggio e mentalità fiorentina mi ha stampato un sorriso in faccia che fa tanto bene in questa situazione storica.

La squadra che indossa questa maglia deve uscire a testa alta, siamo pretenziosi perché siamo di Firenze, bisogna avere la mentalità vincente della città, sono altre perle di saggezza che Cesare ci ha snocciolato, come una dichiarazione d’amore che sapevamo avere nei nostri confronti, ma che fa sempre bene sentirsi ripetere. “Mi ami, ma quanto mi ami” diceva un tormentone pubblicitario, ecco, noi non abbiamo bisogno di chiedere conferma perché sappiamo, e lo abbiamo sempre saputo, che fra Prandelli, la Fiorentina e Firenze il legame è molto forte. È stata solo la paura di vedere incrinare il ricordo dei bei tempi passati che mi ha fatto dubitare di questa sua seconda esperienza in viola, la lontananza da tempo dai campi mi lasciava qualche perplessità, ma la familiarità ripresa in pochi secondi e i brividi che sono tornati a vederlo allenare di nuovo i nostri ragazzi, ha azzerato tutte le mie incertezze.

In questa sosta del campionato avrà modo di conoscere meglio i suoi ragazzi e di iniziare la missione fondamentale che gli ha richiesto il Presidente: “valorizzare e utilizzare al meglio la nostra rosa…per regalare nuove soddisfazioni a Firenze”. La serpe che è in me direbbe che "quell’utilizzare al meglio" pare una frecciatina a chi la stava utilizzando non troppo bene fino a pochi giorni fa! Ma così è andata, un grande e caloroso saluto a Beppe e avanti con Cesare. Quello che però è fondamentale è che a questa valorizzazione della Fiorentina contribuisca in modo attivo anche Rocco, mettendo a disposizione di Prandelli, a gennaio se possibile, un attaccante e forse anche un regista. Credo che sia basilare che l’impegno sia di tutte le componenti del gruppo viola e fra queste metto anche i calciatori che adesso non avranno più il parafulmine di Iachini, che ha fatto tanti errori, senza dubbio, ma anche chi è sceso in campo non ha certo brillato di impegno e iniziativa.

La Signora in viola