L'ATTACCO LEGGERO COLPISCE ANCORA, MEDIANA STELLARE
DRAGOWSKI - Il tiro di Suso al ventiquattresimo scende, e lui si fa trovare pronto. Facile la parata su Calhanoglu poi nel finale di prima frazione. Nel secondo tempo il lavoro si riduce ulteriormente, finché non si vede beffato da Leao. Ma senza alcuna colpa, 6
MILENKOVIC - Dalle sue parti imperversa Leao, e il suo compito sembra tutt'altro che semplice. Lo aggredisce con grande intensità, a tratti pure troppa, venendo ammonito nel finale di primo tempo. Sembra un pizzico leggero sulla discesa dello stesso Leao verso il gol. Ma è grazie ad un suo poderoso recupero a metà campo che nasce l'azione del raddoppio, 6.5
PEZZELLA - Si prende cura spesso e volentieri di Piatek in prima persona, distinguendosi per l'efficacia sul contrasto aereo. Un brutto appoggio arretrato di Ribery lo costringe all'ammonizione subito ad inizio ripresa. Ampiamente sufficiente, anche se sul gol di Leao appare lui il più colpevole, 6
CACERES - Rischia realmente solo in un'occasione, nel primo tempo. Quando, poco oltre la mezz'ora, si attacca a Piatek con un po' troppo sentimento in area di rigore. Per (sua) fortuna, Giacomelli lo reputa un contatto nei limiti. Negli altri novantanove minuti, solita certezza, 6.5
LIROLA - Consueto lavoro a tutta fascia, in sinergia con Chiesa che gli detta, o apre a seconda delle situazioni, gli spazi. Bellissimo il colpo di tacco con cui lo libera in area di rigore nel finale di primo tempo. Gli vale mezzo punto in più, 6.5
PULGAR - Si incarica di andare ad eseguire il rigore conquistato da Chiesa, e lo fa con la freddezza che lo contraddistingue: ottavo rigore segnato sugli otto tirati nel 2019. Ci prova poi anche un paio di volte da lontano: in una circostanza scalda pure i guantoni a Donnarumma. Oltre al gol, tanta legna e qualità, 7
BADELJ - Frangiflutti quasi perfetto nel primo tempo: centralmente non concede troppe iniziative, e recupera una buona quantità di palloni distinguendosi anche per un paio di giocate di alto livello nel traffico. Nel secondo tempo interpretazione più scolastica del ruolo, ma è determinante quando serve abbassare il ritmo. Stasera decideva i tempi di gioco, 7
CASTROVILLI - Disputa un'ora abbondante su livelli sufficienti, ma inferiori alle precedenti uscite. Poi, in un baleno, si accende: prima piazza comodo comodo il pallone dello 0-2, suo primo gol in A e con la Fiorentina (dopo quello annullato nel primo tempo) poi conquista un calcio di rigore che però Chiesa non sfrutta. Esce dal campo con un sorriso commosso che parla per lui, 7.5
dal 79' BENASSI sv
DALBERT - Il brasiliano visto nelle sue prime uscite fiorentine è un esterno garibaldino, costantemente all'assalto ma poco preciso in alcune situazioni difensive. Oggi invece, paradossalmente, propone una versione opposta di se stesso. Ma comunque più che sufficiente, 6
CHIESA - Caparbio, coriaceo come ce lo ricordavamo tutti. Parte nella coppia dell'attacco leggero ma tende, per natura, a defilarsi molto. Si conquista il calcio di rigore con cui la Fiorentina sblocca la partita, poi vorrebbe incidere personalmente: dopo aver servito il cross da cui scaturisce il gol di Castrovilli, sbaglia il rigore facendosi ipnotizzare da Donnarumma. Nonostante ciò fa l'assist finale per Ribery, a coronare una prestazione comunque di grande livello, 7
dall'84' BOATENG sv
RIBERY - Semplicemente spettacolare lo slalom gigante dal quale si genera poi l'azione del rigore conquistato da Chiesa, approfittando dell'errore in appoggio di Calhanoglu. Meno il retropassaggio killer che fa ammonire Pezzella: quando stai per arrabbiarti con lui, però, ecco che fa espellere Musacchio. Conclude poi la serata alla perfezione segnando la sua seconda rete in Serie A. È da standing ovation, come infatti avviene, 7.5
dall'89' GHEZZAL sv
MONTELLA - Prende tremendamente alla lettera il detto squadra che vince non si cambia, e per la quarta volta consecutiva schiera la stessa identica formazione iniziale in campo, modellata su questo suo nuovo 3-5-2 con attaccanti leggeri. E l'intraprendente avvio della sua Fiorentina, e succede per la seconda trasferta consecutiva, porta i frutti sperati: Ribery approfitta di una sciocchezza di Calhanoglu e, una volta fermato da Donnarumma, Chiesa fa il resto facendosi colpire in area da Bennacer. Rigore, e vantaggio. Da lì una gestione del pallone piuttosto saggia, a voler abbassare i giri della corsa. In maniera efficace, dato che il Milan impensierisce Dragowski solamente con conclusioni dalla lunga distanza. La ripresa, se possibile, è ancora più felice, visto che i rossoneri rimangono in dieci dopo pochi minuti a causa del rosso diretto rimediato da Musacchio. A quel punto, la sua Fiorentina toglie il piede dal freno e dilaga letteralmente, costringendo il Diavolo ad una sorta di pubblica umiliazione tra le mura amiche. Una vittoria che forse neanche lui poteva immaginare così bella, rotonda ed incontestabile. E ripensandoci, viene da dire che ha avuto ragione: squadra che vince, non si cambia, 7