L'ALCHIMISTA
Otto vittorie consecutive, come non avveniva da 64 anni, la prima difesa del campionato e il terzo attacco della serie A, con annessi e connessi. A una manciata di gare dalla fine dell’anno Raffaele Palladino può dirsi più che soddisfatto del suo impatto sull’universo viola, e gli stessi numeri certificati dalla classifica della squadra testimoniano una solidità tutt’altro che casuale.
In punta di piedi – Un traguardo non da poco per un tecnico arrivato a Firenze con un curriculum per il quale in molti tiravano in ballo soprattutto Galliani. L’esperienza a Monza che ha trasformato Palladino da allenatore delle giovanili a tecnico di serie A sembrava esser stata costruita soprattutto grazie all’ombra di uno dei più navigati dirigenti del calcio italiano, quasi che le prime difficoltà fiorentine fossero la logica conseguenza di una preparazione tutta ancora da completare
Le prime mosse – E forse anche per questo è stato Palladino in primis a non farsi travolgere troppo dalle prime critiche. Mentre i pareggi in serie raccontavano di una falsa partenza l’allenatore ha saputo trovare la prima chiave di volta nella retromarcia dalla difesa a tre a una linea a quattro, e mentre i viola uscivano sconfitti da Bergamo era proprio nel match contro l’Atalanta che Palladino ha visto le prime avvisaglie della rinascita d’ottobre. Il resto è storia nota a cominciare dai rilanci di elementi come Sottil fino alla difesa del gruppo e di altri singoli come avvenuto con Ikonè domenica al momento del cambio.
I prossimi correttivi – Dal secondo tempo contro la Lazio in poi la Fiorentina non ha più abbandonato il proprio assetto, dovendo tuttavia fare i conti con gli imprevisti del caso. Così oggi che la Fiorentina deve fare a meno di Bove è la sua sostituzione la nuova sfida di un allenatore che anche nella lettura delle partite sta dimostrando di saperci fare. Che si tratti di Sottil o Beltran, o di altre varianti che chiamino in causa altri elementi come Gosens, la sensazione che Palladino possa liberamente sperimentare in virtù di un gruppo è qualcosa di molto reale, e soprattutto la garanzia per la Fiorentina che anche in assenza di Bove si può tenere il passo speditissimo dell’ultimo mese.